FAVA E LA SFIDA AMARCORD COL SAVOIA. Il grande ex: “Maddalonese, chiudi i giochi salvezza. Al “Giraud” di sera col Real Forio il ricordo più bello, sul futuro…



Dino Fava Passaro (foto Davide Gallo)

MADDALONI – L’ebbrezza di giocare una partita decisiva tiene in vita l’amore di Dino Fava Passaro per il calcio. Se a 45 anni l’attaccante di Avezzano di Sessa Aurunca sgomita ancora nella fanghiglia dei campi polverosi dell’Eccellenza e combatte contro i difensori avversari che usano anche metodi poco carini per fermarlo, vuol dire che la passione è immortale ed è da tramandare alle future generazioni. Nella sfida cruciale di domani alle 16 al “Cappuccini” di Maddaloni, la sete di punti si scontra con i ricordi del passato. Tutto in novanta minuti per l’highlander classe ’77 che incoraggia la Maddalonese a non aver paura del presente ed allo stesso tempo rimembra le tante gesta compiute, con spada e scudo, per conquistare il Double, campionato d’Eccellenza più Coppa Italia, con il Savoia nella stagione 2017-2018.

Dino Fava Passaro in maglia bianca (foto Il Cigno Art)

CHIUDERE I GIOCHI. Dalla Serie A all’Eccellenza di sfide fondamentali ne ha giocato a bizzeffe, ma il suo atteggiamento propositivo non cambia mai: “La posta in palio è molto importante, abbiamo l’obbligo di portare punti a casa e non andare a Forio con la salvezza ancora incerta. Siamo chiamati a chiudere i giochi domani al ‘Cappuccini’. Al momento della firma con la Maddalonese c’erano altre prospettive, infatti siamo partiti molto bene. Numericamente siamo sempre stati molto corti, in varie circostanze ho chiesto al presidente di intervenire, senza contare la enorme dose di sfortuna che abbiamo avuto, con tantissimi infortuni. Ma è tempo di pensare a domani e vincere contro un Savoia che non reputo una sorpresa. Si sapeva che avrebbe fatto una buona squadra, l’andamento del campionato lo ha dimostrato e sono convinto che, qualora fosse partita dall’inizio con questa struttura, avrebbe condivido lo scettro del girone con la Puteolana 1902 fino alla fine“.



PAGINE DI STORIA OPLONTINA. Nelle tante piazze in cui ha girovagato in giro per l’Italia, Dino prova belle sensazioni nel tornare indietro di cinque anni: “Ricordi bellissimi affiorano alla mia mente, a Torre Annunziata sono stato molto bene. La squadra era molto forte: abbiamo vinto il campionato con tante giornate d’anticipo ed in Coppa battemmo il Nola a Pagani. Tra tutte cito la semifinale di ritorno in Coppa Italia contro il Real Forio. All’andata perdemmo 3-1, così al ritorno serviva la remuntada e così fu. La società decise di giocare in notturna e mai scelta fu più azzeccata perché il “Giraud” era strapieno di persone che ci supportavano in maniera splendida. Siglai una doppietta fondamentale nel 4-1 finale ed ho ancora tante emozioni da allora. Quell’anno ricordo che non era titolare inamovibile ma mi alternavo spesso con Gennaro Esposito: nonostante ciò siglai 10 goal in campionato a cui si aggiungono i 6 sigilli nella competizione tricolore“.

GOLEADOR NEL SANGUE. I numeri per lui parlano chiaro. Quasi 600 presenze ed oltre 200 goal in una carriera caratterizzata da ben 27 stagioni ai nastri di partenza. Ed anche quest’anno ha contribuito con il suo carisma ed un fiuto del goal che resta intatto da Tokyo a Londra fino alle Hawaii. Dappertutto ed in qualsiasi categoria Dino Fava Passaro segna sempre: “Sono contento che, con tutte le difficoltà, ho siglato 15 goal in campionato e 6 in Coppa Italia. È ovvio che quando lotti per vincere il campionato, i goal arrivano su una percentuale di servizi maggiori da parte dei compagni di squadra, mentre quando lotti per la salvezza le occasioni diminuiscono e quindi buttare la palla in porta vale oro. Per cui è sempre una grandissima soddisfazione, tra l’altro sono dietro proprio contro Francesco Esposito del Savoia“.

Dino Fava Passaro esulta per il goal al San Siro

IL FUTURO. Per la sfida di domani, l’eterno bomber ex Udinese, Bologna e Treviso chiama l’intera città di Maddaloni a raccolta: “Spero che domani tanta gente venga al ‘Cappuccini’ a sostenerci. Sarebbe bello vedere tanti tifosi per una sfida che per noi vale tanto: serve la loro grossa mano”. La stagione è agli sgoccioli per cui una domanda sorge spontanea e Dino ha già la risposta pronta: “Questo è il classico momento dell’anno in cui i giornalisti mi fanno la domanda “L’anno prossimo continui?” (ride ndr) ed io rispondo sempre: “L’anno prossimo si vedrà, ora pensiamo a salvarci”. Ma proprio nelle scorse settimane ho letto di Simone Pellissier (un altro nonnetto classe ’79) che ha rimesso gli scarpini ai piedi per il nuovo Chievo Verona in Terza Categoria. Non sarebbe una brutta idea cercare di fare goal dalla Serie A alla Terza Categoria“.

Dino Fava Passaro colpisce per la sua schiettezza ed umiltà. Sa essere duro e calmo sia in campo che fuori, per cui vederlo giocare ancora, anche in categorie minori sarebbe un vero spot per il calcio. Non smettere mai Dino.


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