VECCHIO ED AMATO PALLONE, QUANDO CI RIVEDREMO? I possibili scenari dopo le decisioni prese per il Coronavirus



Sarà un periodo anomalo quello che tutti gli sportivi si appresteranno a vivere, orfani dello sport che di più li appassiona. Quella palla che, in bianco e nero o a colori, rotolando e colpita da piedi fini, trasmette emozioni facendoci gioire allo stadio o davanti alla Tv.

A causa dell’emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio l’intero stivale, il Coni ed il Governo hanno sospeso tutte le attività sportive nazionali fino al 3 Aprile, termine entro il quale la situazione dovrebbe tornare, e si fa per dire, alla normalità. Con molta probabilità e stando alle previsioni degli esperti, il picco di contagi arriverà presumibilmente ad Aprile e quindi il ritorno in campo previsto per il 3 potrebbe slittare a metà o addirittura alla fine dello stesso mese.



Nel caso in cui si dovesse prorogare il fermo delle attività, sarebbero diversi gli scenari possibili ai quali dirigenti, presidenti e calciatori dovranno far fronte. Naturalmente la questione primaria che tiene banco è quella relativa alla Serie A e alle competizioni Uefa, da terminare rigorosamente entro l’estate, dopo la notizia ufficiale di oggi, sullo spostamento ed il rinvio dei campionati Europei al prossimo Giugno 2021.

Con il rinvio della competizione per nazionali, l’obiettivo è, qualora il virus venga eliminato nel giro di un breve periodo stimabile tra metà aprile e metà maggio, concludere le competizioni lasciate in sospeso ed avere un verdetto sul campo disputando tutte le gare in programma. Nel caso in cui lo stop si dovesse prorogare per più tempo andando ad intaccare anche i mesi estivi, allora si potrebbero verificare queste soluzioni.

Un’ ipotesi, che sta prendendo sempre più piede negli ultimi giorni, potrebbe essere quella dei Play-off e Play-out da disputare per il titolo e le retrocessioni. Questa decisione prevederebbe la disputa di un numero inferiore di partite e la possibilità di concludere comunque la stagione con un verdetto sul campo. Sarebbe un’idea rivoluzionaria che mai fino ad ora è stata adottata nella storia della Serie A e che non è detto venga scartata.

La seconda ipotesi è quella che quasi tutti scongiurano, non quella dell’annullamento della stagione, come se non si fosse mai giocata. Il pericolo più grande sarebbe rappresentato dalla possibile cristallizzazione del campionato. Ovvero cristallizzare la classifica all’ultima giornata disputata per intero, con o senza assegnazione del titolo, ma solo al fine di indicare i diversi piazzamenti europei e le retrocessioni. Anche in questo caso ci sarebbero alcuni problemi visto che difficilmente le squadre in zona retrocessione potrebbero essere d’accordo visto che ci sarebbero ancora 12 gare da disputare.

Tali circostanze sono da tenersi in considerazione, dal momento che molti studiosi non considerano una pazzia che questa crisi possa mantenere ingolfato il nostro paese per altri mesi.

Alla finestra, anche l’intero mondo dilettantistico che però ha meno problemi di organizzazione rispetto alla massima serie. Non sembra un’utopia che una di questi scenari possa riguardare anche la Serie D, l’Eccellenza, la Promozione, la prima, seconda e terza categoria. Bisognerà solo aspettare il prossimo 23 Marzo quando le leghe si riaggiorneranno, la decisione finale spetterà comunque alla Federcalcio, se spezzare il campionato o farlo proseguire, in concomitanza anche con le decisioni che prenderà l’Europa.

Insomma, in attesa che il pallone ricominci a rotolare, non resta che stare a casa, rispettare le norme che ci sono state consigliate e sperare che l’epidemia passi presto, in attesa che lo spettacolo ricominci e che i cuori dei tifosi tornino a battere per un goal della propria squadra del cuore.

 


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