ON CRAZY STAGE. PAGLIUCA: “La squadra è attrezzata per arrivare lontano, ho la maglia del Mondragone tatuata addosso, la mia disponibilità per il progetto…



Mario Pagliuca

Continua senza sosta la programmazione del “crazy stage” di Tutti Pazzi per il calcio minore che nell’ultima puntata ha visto la partecipazione di Mario Pagliuca,  bomber del Mondragone che si è soffermato su tantissimi argomenti inerenti alla stagione in corso e al suo passato.

 LE AMBIZIONI. L’attaccante non si nasconde e sottolinea quali sono le ambizioni della squadra granata: “Io penso che la squadra stia trovando la giusta identità, sebbene all’inizio siamo partiti con l’idea di salvarci, poi l’intera società ha cambiato obiettivo che ora è quello di cercare di fare qualcosa in più. Abbiamo ampliato la rosa con l’arrivo di calciatori come La Montagna, D’Angelo e molti under,  penso che il Mondragone abbia una buona rosa per ambire a qualcosa in più, ovviamente l’ideale sarebbe conquistare i playoff, noi non ci poniamo limiti, affronteremo partita dopo partita senza programmare nulla. Credo che per come sia stata costruita la rosa, questa squadra possa dare davvero tanto”.



 IL SUCCESSO. Pagliuca analizza con queste parole la vittoria casalinga contro la  Virtus Volla: “Domenica abbiamo avuto nel primo tempo quattro occasioni limpide che però non siamo riusciti a sfruttare, dopo abbiamo avuto sempre il pallino del gioco in mano ed è arrivata la vittoria. Voglio fare i complimenti all’allenatore ed al Direttore del Volla Gravino perché questi ragazzi offrono un buon gioco, sono organizzati sia tecnicamente che atleticamente e penso che daranno fastidio a parecchie grandi”. 

IL MOMENTO. L’attaccante fa un bilancio di queste prime giornate: ” Siamo contenti però non completamente perché se andiamo ad analizzare qualche gara ci manca anche qualche punticino e siamo stati sfortunati in qualche occasione. Allo stesso tempo però vedere di nuovo la tribuna piena, rivedere l’entusiasmo della scuola calcio sul campo e quasi duemila persone allo stadio con ultras e bambini per me che sono nato a Mondragone è stato davvero emozionante, penso che il presidente Villano insieme alla società stia facendo un grosso lavoro e questo gli va riconosciuto. A Mondragone oggi c’è euforia e questa sappiamo bene che ti può portare in alto ma va anche controllata perché si può peccare di presunzione,  la soddisfazione più grande per me che sono capitano e simbolo di Mondragone è quella di vedere lo stadio pieno la domenica”. 

LA CHIAREZZA. Pagliuca poi spiega ampiamente il suo punto di vista e il perché dell’amarezza dimostrata a fine gara per spegnere qualsiasi tipo di polemica: “Io sono sempre stato schietto, chiaro e diretto, quando due anni fa era arrivato il momento di prendermi una pausa perché non ero in condizione, facevo una vita non regolare, mi sono messo da parte e sono andato in prima categoria tralasciando la strada che avevo intrapreso. Poi con la maturità, con tante cose che mi sono successe  e con i tanti sacrifici che ho fatto mi sono rimesso in gioco, sono dimagrito sedici chili e mi sto allenando da maggio per poter tornare a giocare. Con questo non voglio creare una polemica ma anzi voglio stemperare, se devo dare il mio contributo al Mondragone lo darò, esiste sempre un rispetto sia per gli anni che una persona ha, sia per la storia che un calciatore ha, come io ho rispetto di chi mi sta difronte, anche gli altri devono avere rispetto di me. Lo ripeto non è per fare polemica ma per stemperare, tutto questo non perché Mario Pagliuca pretende di giocare, anche perché se noi andiamo a vedere l’attacco del Mondragone c’è un certo Pietro Pastore che ha giocato categorie importanti ed è giocatore di calcio, ben venga fare una staffetta con Pastore, anzi posso imparare ancora qualcosa da lui. Vedere poi alcune scelte fatte in modo disordinato per togliere equilibrio al reparto offensivo avvolte ti può portare al nervosismo. E’ normale essere arrabbiati se non si gioca, è normale che io sia amareggiato però allo stesso tempo ho tanta fiducia nello staff tecnico, nei giocatori e nel progetto, qualsiasi cosa accadrà, avrò la maglia del Mondragone tatuata addosso, sarò sempre il primo tifoso di questa squadra e il suo trascinatore per mantenere in piedi un progetto ambizioso insieme al presidente Villano con il quale ho un rapporto che va oltre il calcio in quanto per me è come un fratello maggiore. Non c’è nessun tipo di polemica ma solo amarezza, ho espresso solo cosa penso come ho sempre fatto in modo diretto, ognuno fa le sue scelte, io preferisco sempre che il Mondragone vinca.  La mia disponibilità per il progetto è assoluta, se poi però la sofferenza di stare in panchina quando sai che stai bene è perenne allora si può rompere qualche equilibrio ma non è detto che questo avvenga, da qui a dicembre ci vuole tempo e manca ancora molto, possono cambiare molte cose”. 

L’INSIDIA. Il bomber poi manifesta la sua preoccupazione per la trasferta in casa della Real Forio: “E’ una trasferta complicata prima di tutto perché noi siamo sulle ali dell’entusiasmo e possiamo peccare di presunzione e questo non deve succedere, poi le isolane sono sempre squadre molto difficili da affrontare dove trovi molto agonismo e dobbiamo gestire anche questo. Il Forio ci farà trovare un ambiente caldo, faccio un appello alla squadra per programmare questa trasferta al meglio, se andiamo li con la testa giusta possiamo ben figurare, se invece sbagliamo approccio possiamo avere una delusione e questo non deve succedere perché in rosa ci sono giocatori esperti”. 

IL PASSATO. L’attaccante ha parole dolci per due squadre nelle quali ha militato, il San Marco Trotti ed il Cellole: ” Quella con il San Marco Trotti è’ stata una bellissima esperienza, ho creato un grande rapporto con il presidente Nuzzo che lo porto nel cuore, faccio un grande in bocca al lupo sia a lui che al Direttore Menditto perché sono persone che mi hanno dato tanto e con loro siamo rimasti in ottimi rapporti. Sono un tifoso del Cellole perchè ho passato due anni bellissimi, ho trovato un grande ambiente ed ancora oggi sento la società, il presidente Freda,  e tutti i compagni di squadra, con loro è nato un ottimo rapporto. Non ho seguito le vicende di Pernice sulla panchina ma sicuramente c’era qualche problema da risolvere, penso che Diana possa fare bene e che Cellole sia una piazza importante con una tifoseria che tiene alla squadra e una società che ha voglia di fare calcio con persone perbene, penso che possa dire la sua in campionato”. 


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