Tutta colpa del ‘Cielo’! Mamma quanti schiaffi (satellitari) in tv



Un momento di Pistoia-Caserta (Foto Il Tirreno)

Avremmo dovuto difendere la classifica avulsa, almeno quello. Invece no: nemmeno questo obiettivo è stato centrato. Davvero molto male. L’ennesimo “Sosa contro tutti”, ci ha fatto punito ancora una volta. Speriamo sia l’ultimo.

Insomma, niente da fare: Pistoia si conferma come piazza inviolabile per la JuveCaserta. Non ci va mai bene: ogni match che conta, va al vento. Toscana e non. La geografia, però, non c’entra: è la spina dorsale che manca; manca la leadership, la disciplina e la tenuta mentale. Stop.



Adesso veniamo a noi.

La Pallacanestro è uno sport che, pur nella sua complessità, poggia su un pilastro fondamentale: la presenza e l’efficienza dell’asse play-pivot. Regia, visione di gioco, controllo del ritmo partita, ordine nei momenti clou; dall’altra parte: verticalità, tonnellaggio in area, presenza nei rimbalzi in attacco e difesa nel pitturato. Eluderlo non porta a niente, non ti fa vincere gli incontri. Contro Pistoia, per dire, abbiamo concesso 48 rimbalzi, e loro hanno capitalizzato ben 21 assistenze: noi solo 11. La sconfitta sta tutta qui, nei due dati indicati: assist e rimbalzi, soprattutto in attacco (leggi extra possessi). E da chi dipendono assist e rimbalzi? Dal regista e dal centro, punto.

Al Pala Carrara, la Pasta Reggia è apparsa (soprattutto nella seconda metà della gara) distratta, svogliata, irritante, raccogliticcia. Watt è ancora l’ombra di sé stesso: spento e con poco nerbo. I suoi due facili appoggi mancati hanno spaccato la partita; ben 4 nostre azioni consecutive, sbagliate clamorosamente. Una brutta china si prefigura: la sensazione è che siano tante, troppe, le soluzioni-tattiche-giocatori tappabuchi. Speriamo di essere smentiti subito, ovviamente. Ma dopo Milano, però. Prima sembrerebbe un po’ improbabile, date le circostanze.

La JuveCaserta poteva vincere. Forse. O forse no. Vediamo un po’.

Certo, Bostic è una ‘cerniera’ imprescindibile, un ‘collante’ (giuro, non è una battuta) insostituibile. Non sarà un cecchino, ma la sua difesa, la copertura delle spaziature in campo, sono un altro elemento imprescindibile del roster. Nessuno, sino ad ora, è stato alla sua altezza.

Forse, con una più efficace interpretazione della filosofia del Coach -l’uso delle “transizioni”- si potevano conquistare i due punti. Per realizzarla davvero bene, però, ci voleva una guardia più autentica, che garantisse velocità ed ordine nel gioco. Dal momento che ora manca, perché, allora, non accentuare le transizioni veloci in campo aperto di Sosa e Putney, viste le loro doti proprio in questo ambito? Anche in difesa avremmo espresso transizioni difensive migliori di quelle viste sul satellite. Così non è stato, è andata male e tocca accettare amaramente il verdetto dal campo. Col rischio della classifica avulsa (e so’ 2) proprio nell’ultima giornata.

All’orizzonte ci attende un turno di riposo, ma non in riviera romagnola.

Poi, subito in casa contro l’EA7 di Repesa. Beh: proviamo a fargli le scarpette (rosse)? Mi vedo già il titolo: «Pasta e ‘scarpette’…».

Carmine Covino

Modestino Ardito

 


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