Sandro e Enzino, una storia senza fine



Esposito e Dell'Agnello in gara 5 a Milano nel '91
Esposito e Dell’Agnello in gara 5 a Milano nel ’91

Amici sempre, rivali mai, avversari a volte: lo strano percorso parallelo di Sandro Dell’Agnello ed Enzino Esposito torna in voga a poche ore dalla sfida di domenica al Palamaggiò tra la Juvecaserta e Pistoia. Una sfida nella sfida che rende tutto più gustoso. Due simboli della Juvecaserta che incantava in Italia ed Europa, ora ottimi allenatori con obiettivi importanti da conseguire in due piazze storiche. Enzino e Sandro hanno un rapporto speciale, fraterno, tanto che si sentono spesso e si sono sentiti anche quest’estate prima che Dell’Agnello scegliesse Caserta ed il Diablo l’avventura toscana. Una coppia solida che ha scritto pagine storiche della pallacanestro casertana. Sandro, più di Enzo ma insieme a Nandokan, chiese (l’hanno ammesso più volte) un cambio di rotta alla società agli inizi degli anni Novanta quando Oscar regnava e comandava la barca. Il livornese fu tra coloro che volevano una Juvecaserta meno accentrata sul talento sproporzionato del brasiliano, ma più squadra: si sentivano pronti sia Dell’Agnello che Esposito, ovviamente anche Gentile, ad essere loro i pilastri della squadra. Furono accontentati ed ebbero ragione: qualche mese dopo, il 21 maggio 1991, colorarono Caserta di bianco, rosso e verde. Enzino ci rimise un ginocchio, Sandro fece il trentello della vita che spaccò le ossa a Pittis e Milano: Caserta divenne campione d’Italia anche grazie a quella scelta estiva voluta, anche, da questi due uomini di spessore, con attributi fuori dal comune, baciati dal talento e dalla volontà di essere sempre e comunque i numeri 1. Domenica saranno avversari, mai rivali, sempre amici: Sandro e Enzino, due persone che hanno ricevuto tanto da Caserta ma che, al tempo stesso, hanno dato tutto per questa città. Per questa canotta. Per questa fede popolare.




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