Esposito a SiBasket: “E’ speciale allenare a Caserta”



Coach Enzo Esposito (Foto Vincenzo Di Monda)
Coach Enzo Esposito (Foto Vincenzo Di Monda)

Il magic moment della Juvecaserta è sbarcato sugli schermi di SportItalia nella striscia pomeridiana, di un’ora, di SIBasket. In studio, insieme al conduttore Matteo Gandini, c’erano i colleghi Fabrizio Provera (Dailybasket) e Stefano Olivari (Guerin Sportivo). A parlare, ovviamente, ‘El Diablo’ Enzino Esposito, principale artefice di questo grandissimo risultato bianconero che, in diretta dal legno del Palamaggiò, ha parlato di questo momento bianconero: “Partire 0-14 era una mazzata tecnica e psicologica terribile per qualsiasi squadra, l’obiettivo principale era sistemare la situazione mentale e far ritrovare la fiducia. Il nostro obiettivo è sempre giocare una partita alla volta, pensiamo a noi stessi”.

Domenica c’è stata la dimostrazione che tra voi e Pesaro c’è tanta differenza guardandovi solamente negli occhi…



“Non so la situazione di Pesaro perché penso solo alla Juve; la situazione psicologica è differente perché noi sapevamo che ogni partita, per noi, era l’ultima spiaggia, una finale da giocare col coltello tra i denti. Anche nelle sconfitte abbiamo giocato con l’atteggiamento e la voglia giusta che era il primo passo per recuperare la distanza. Noi giochiamo per vincere tutte le partite”.

Cosa cambia da giocatore a coach?

“La mia mentalità non porta a cercare di ripetere quello che ho fatto da giocare. Mi sono servite molto le esperienze dure ad Agrigento ed Imola, non facili dal punto di vista della gestione”.

Solo il 5 maggio saprete se vi verrà restituito il punto di penalizzazione. Va bene lo stesso o cambia per voi?

“Non va bene non sapere se abbiamo o no questo punto, cambia molto; il nostro merito, enorme è che non ci siamo mai preoccupati del -1. La società si sta muovendo bene e giustamente in questa situazione”.

Come sta la sua squadra e quali meriti ha in questa rincorsa?

“I ragazzi sono arrivati a questo punto della stagione nella condizione che volevamo. Grosso merito allo staff che mi circondano quotidianamente. Sapevo fin dall’inizio che la situazione era dura, ma mi sono tenuto dentro sempre questa idea di sognare. Lo facevo da giocatore, lo faccio anche ora. Finchè la matematica non ci condannava, avrei continuato a lavorare”.

Domenica altro impegno difficilissimo contro Reggio Emilia…

“E’ vero che, sulla carta, parliamo di una terza contro l’ultima; già questo ci porta a rispettare Reggio Emilia che gioca una grande pallacanestro, è allenata bene e mi piace tanto. Rispetto non significa paura, giocheremo come contro con Sassari”.

Come sta Domercant?

“Henry è ancora un po’ dietro di condizione; già aveva cinque mesi di inattività poi ci si è messo anche l’infortunio arrivata quando aveva una discreta condizione. Ha ripreso la preparazione come se fosse in precampionato. Settimana dopo settimana sta salendo di condizione, siamo contenti di quello che ha fatto in campo e fuori”.

Cosa significa allenare la Juvecaserta?

“Caserta è uno dei più belli palazzetti d’Italia, è un vero sesto uomo in campo. C’è tanta pressione ma a me è sempre piaciuto giocare con questa pressione positiva; se raggiungiamo l’obiettivo regaleremo alla nostra gente un qualcosa di grandissimo”.

Fontecchio si è detto eleggibile per la NBA; non è troppo presto per lui come per altri giocatori?

“Sono d’accordo e l’ho ripetuto varie volte. Il basket, in generale, porta a fare il passo più lungo della gamba, troppi bruciano le tappe. Basta giocare un paio di partite buone e subito si alza l’asticella. Non parlo di Fontecchio nello specifico, ma il discorso è più complesso. Solo sbagliando si cresce”.


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