Sbezzi: “Caserta puoi salvarti”



Riccardo Sbezzi
Riccardo Sbezzi

E’ uno dei procuratori più importanti e di prestigio del panorama nazionale; a lui si sono affidati anche diversi casertani, fenomeni come la famiglia Gentile ed Enzino Esposito. Riccardo Sbezzi è intervenuto a “Cestisticamente Parlando”, il magazine settimanale di Radio PRIMARETE ed ha parlato anche del momento della Juvecaserta che segue sempre con molto affetto.

Tu sei in pratica il sogno di moltissimi ragazzi del Meridione. Da Ragusa ai vertici del basket italiano…



“Sicuramente, sono stato molto fortunato, faccio un lavoro che è la mia passione. Per circa 18 anni faccio il general manager, che è un lavoro che mi piace molto. Non sono solo uno che va a procurarsi soldi, ma va anche a divertirsi. La mia famiglia mi dice che invece di andare a lavorare, mi vado a divertire”.

Come si lavora oggi in Italia?

“Si pensa prima a rescindere i contratti e gli appartamenti dei giocatori che andare a fare scouting per la prossima stagione. Se in estate si lavora male, in inverno si lavora anche peggio. Il problema è quando vanno bene cinque stranieri devi avere molta fortuna, è difficilissimo gestirli psicologicamente e tecnicamente”.

Quando senti l’inno nazionale prima delle partite, cosa pensi?

“È una vera e propria ipocrisia visto che si gioca con 5 o più stranieri. Solo Reggio Emilia è da prendere da esempio in questo campionato di Serie A da terzo mondo, che ormai serve solo da serbatoio per campionati più importanti. Se si vuole vincere, come fanno le squadre spagnole e quelle che voglioni vincere in Europa, si deve puntare sugli europei”

Come è Caserta vista da lontano?

“Oggi sarebbe ingiusto e non professionale parlare dei difetti, degli sbagli. Se oggi è ultima in classifica, ci sono sicuramente degli errori. Ai proprietari ho detto un mio parere spassionato, contro i miei interessi. Enzino è un allenatore giovane, di talento, che farà bene, sono stato contento che abbia accettato la panchina. Per salvarsi ognuno deve dimenticarsi dei propri interessi e sacrificarsi per la squadra. Senza Young, addirittura la squadra gioca meglio, visto che lui è il paradosso della società consumistica, visto che tutto era stato fatto in sua funzione”.

Un nome per Caserta?

“Un nome non cambia molto, secondo me ancora con questa squadra Caserta ce la può fare a salvarsi”.


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