Anastasio applaude il suo Centro Diana



Claudia Anastasio in azione (Foto Vastano centrodianabasket.it)
Claudia Anastasio in azione (Foto Vastano centrodianabasket.it)

Ci sono giocatrici nell’arco di una stagione che segnano il passo, che lasciano la loro impronta su una squadra e non solo per quelle che sono le doti tecniche. Il Centro Diana quest’anno ha visto il ritorno sui parquet casertani di una delle grandi promesse delle vecchie Pantere, Claudia Anastasio, che in un crescendo di prestazioni, ha accompagnato l’evoluzione della squadra da brutto anatroccolo a cigno che ha saputo conquistare i playoff. Numeri importanti per lei, tra le leader dell’attacco, non solo con il tiro da tre, specialità della casa, ma anche e soprattutto con una padronanza del gioco che ne hanno fatto un faro anche in fatto di assistenze alle compagne quando necessario. Stoica, ad esempio la sua partita in quel di Quartu, quando sembrava aver indossato la canotta coi mori di Drake Diener per la continuità con cui crivellava il canestro con apparente facilità. Cosa rimane però a Claudia Anastasio di questa stagione? Come giudica questo progetto Centro Diana anche in prospettiva futura, visto che lei ha vissuto sia l’anima dello zoccolo duro del basket in rosa casertano che ora quello di nuovi orizzonti e speranze? La sua voce non è stata avara di emozioni e di chiarezza doti che contraddistinguono la guardia con trascorsi gloriosi anche alla Memar Reggio Emilia. Si comincia dal “cambio di allenatore” capace di dare una scossa alla squadra, ma anche alle prestazioni delle singole: ” In effetti il cambio e’ stato radicale, e onestamente non mi era mai successo negli anni passati. Cambiare un allenatore a metà’ percorso e’ sempre abbastanza rischioso e comporta generalmente un cambiamento assoluto, positivo o negativo che sia. Nel nostro caso e’ stato indubbiamente positivo e penso che il motivo vada ricercato non solo nella bravura e nell’indiscussa preparazione tecnica di coach Antonio Vinciguerra, ma soprattutto nella mentalità e nell’approccio agli allenamenti e alle partite che lui è’ riuscito a imprimere, nonchè nella risposta positiva da parte della squadra, che lo ha sempre seguito e si è’ rapportata con lui in maniera sicuramente diversa. Il lavoro tecnico svolto ha poi contribuito a portarci dove siamo arrivate”. Tra momenti belli e brutti, cosa sarebbe piacevole per Claudia Anastasio dimenticare e cosa conservare nell’album dei ricordi? “Nel dimenticatoio non butto mai nulla, perché anche le cose negative fanno esperienza e ci aiutano a crescere come giocatrici. Nel bagaglio dei ricordi porto quindi un po’ tutto, contenta del percorso fatto, nonostante qualche difficoltà iniziale, forse con l’unica amarezza di essere state ad un passo da un traguardo importante che poche volte capita nella vita”. Ed in conclusione Caserta, prima e dopo il grande basket, con le nuove prospettive all’orizzonte: “Penso che il progetto Centro Diana abbia buone basi per riportare in altro il basket in rosa casertano e sinceramente me lo auguro perché è’ uno dei migliori che siano stati prospettati negli ultimi anni e può di certo essere un buon punto di partenza per riportare all’ombra della Reggia la pallacanestro femminile ai livelli e al l’importanza che ha sempre avuto, non solo in Campania ma a livello nazionale. Sono cresciuta nelle pantere, in un momento in cui Caserta era ai massimi livelli, e mi fa male vedere come piano piano stia scomparendo tutto; questo è un problema più o meno generale, ma fa a maggior ragione ancor più male perchè questa è la mia città”.




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