Esonerato mentre è in hotel per febbre: Di Pierro polemizza



Filippo Vito Di Pierro (foto Andrea Salzillo)
Filippo Vito Di Pierro (foto Andrea Salzillo)

Come un fulmine a ciel sereno, l’invettiva di Filippo Vito Di Pierro scuote la ritrovata armonia nell’ambiente neroazzurro. Rimessosi dallo stato influenzale che lo ha tenuto a letto per quattro giorni, all’interno di uno degli appartamenti dell’Hotel Cavalieri di Piazza Vanvitelli a Caserta, il trainer di Perugia ha voluto esprimere il proprio sconcerto circa la sua situazione e come è stata gestita dalla società.

Lo sconcerto. Dopo aver atteso che il virus abbia fatto il suo decorso, l’ex allenatore dell’Imperia si è rimesso in piedi ed ha ritrovato la giusta verve per spiegare le fasi salienti della fine del legame con il Gladiator: “Non si è visto da nessuna parte che un allenatore venga a conoscenza del proprio esonero tramite gli organi di stampa e siti internet. Cosa è successo?” – si chiede sconcertato il tecnico umbro – “Sinceramente io non vi so dar risposta, poiché fino a venerdì pomeriggio ero l’allenatore del Gladiator ed avrei dovuto condurre la squadra nella gara contro la Puteolana Internapoli. Appena mi è salita la febbre, ho preferito recarmi in albergo e non peggiorare la mia condizione. Poi, sabato mattina ricevo una chiamata da mia figlia che mi rivela in anteprima la nota del sito ufficiale riguardante il mio sollevamento dall’incarico”.



Di Pierro in panchina (foto Andrea Salzillo)
Di Pierro in panchina (foto Andrea Salzillo)

Necessità di chiarezza. Collegatosi su internet, Filippo Vito Di Pierro ha letto la nota del club ed è rimasto sbalordito dal comportamento tenuto nei suoi confronti. Un atteggiamento societario che lo obbliga ad una dura riflessione: “Non mi sembra un atteggiamento corretto da parte della società che non mi ha comunicato in alcun modo l’esonero. Ho provato a chiamare il presidente ma questi non mi ha risposto; ho mandato su un social network un messaggio all’addetto stampa ma neanche in questo caso alcuna replica. Sono stato mandato via ma non ho avuto alcuna spiegazione. Nessuno mette in dubbio che un presidente sia libero di fare le sue scelte e possa licenziare un suo dipendente, ma il punto è un altro. Perché non sono stato avvisato in prima persona di questa decisione? Questo dimostra che è veritiera tutta quella pochezza additata all’amministrazione societaria di Vincenzo Vito di cui si confabula in giro?”. Due domande che, a suo parere, necessitano di una risposta da parte dell’imprenditore di Capri.

La denuncia. Ma, in attesa di ciò, Di Pierro preferisce una volta per tutte chiarire la sua posizione alla piazza sammaritana: “Sin dal mio avvento sulla panchina, sono stato ritenuto l’alter ego o longa manus di Vito. Non so chi abbia messo in mezzo tali idiozie, poiché io ho fatto la sua conoscenza solo dal 22 dicembre in poi. A causa di ciò, ho ricevuto tante pressioni e minacce da parte della tifoseria. Perfino, prima dell’allenamento poi non disputato martedì scorso, quattro sostenitori mi hanno minacciato verbalmente, intimandomi di abbandonare Santa Maria Capua Vetere nel caso in cui avessi perso contro la Puteolana Internapoli. Impaurito da tali atteggiamenti, ho sporto denuncia al Commissariato di Polizia contro codesti tifosi. Quindi, una volta per tutte” – conclude l’allenatore perugino – “desidero far capire a tutti che io non c’entro nulla con Vito, persona che ha chiuso il legame calcistico con me in una maniera che non esiste nei rapporti di stima e di rispetto”.


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