Marcelletti esalta l’oro di Caserta



Marcelletti con Gentile e Dell'Agnello (Foto Buco Juvecaserta.it)
Marcelletti con Gentile e Dell’Agnello (Foto Buco Juvecaserta.it)

Ogni qualvolta che viene al Palamaggiò, salgono i decibel degli applausi. Il Palamaggiò è e sarà sempre la casa di Franco Marcelletti. Una domenica veramente speciale: dopo tempo tornava a Pezza delle Noci nella serata che ha visto Dell’Agnello sulla panchina pesarese e Nando Gentile sugli spalti. Tre grandi protagonisti dello scudetto e l’emozione è stata tantissima. La parola passa a lui, al solo ed unico Professore del basket casertano.

Ogni volta è scrosciante l’applauso che accompagna la sua presentazione al Palamaggiò…



«Fa piacere; è stato bello, emozionante e commovente. Mi fa sentire parte di questa realtà non solo per quanto fatto in passato, ma anche per il presente. Per Caserta è troppo importante il basket ed è bello vedere che la situazione si è stabilizzata con Iavazzi e Barbagallo».

E poi, finalmente, si è tornato a puntare su settore giovanile. Un argomento a lei molto caro…

«Vero anche perchè tutti ricordano i protagonisti dello scudetto ma avevano tanti giocatori in giro tra A e campionati minori. Lo dico sempre alle famiglie: fare basket ti dà forza mentale e rappresenta anche un’occasione di apprendistato e di lavoro. Certo, Gentile ed Esposito non nascono ogni giorno, ma c’è la possibilità di crearsi una carriera. Puntare sul settore giovanile va nel segno della tradizione e della storia: iniziare con la foresteria è fondamentale. In pochi sanno che Maggiò impiegò 50 operai per costruirla e questo ci dava la possibilità di acquistare in tutta Italia. In una realtà come Caserta, dare una possibilità ai ragazzi è fondamentale ed è bellissimo. Il basket non ha i soldi del calcio; noi siamo un negozio con una vetrina discreta ma il magazzino è vuoto».

Prof lei non ebbe paura di lanciare, ai tempi di Milano, i giovanissimi Mordente e Michelori…

«Sì e mi fa piacere che venga riconosciuto da qualcuno come il papà di Marco; con Carlo ci sentiamo ancora e dimostra sempre riconoscenza nei miei riguardi. Un sentimento nobile che hanno in pochi».

Passando alla partita ed alla nuova Juve: come si gestisce un giocatore come Hannah?

«Eh, Hannah è questo – risponde con un sorriso -. Ti prendi i pregi e leggi la partita che sta facendo di volta in volta. Domenica è stata molto buona la gestione di Molin. Sui singoli mi ha sorpreso molto Tommasini: bravo in attacco e molto presente in difesa. E’ fondamentale avere questo Tommasini perchè non si può chiedere sempre la luna a Mordente. Una parola la spendo per Scott: è stato lui a fare il break con le stoppate, la difesa e con l’attacco alla zona. La squada mi piace, corre ed è atletica, gioca un basket moderno».

La Juve, di fatto, è già salva…

«Un ottimo traguardo ed il merito è veramente di tutti. Dalla società ad Atripaldi che ha costruito la squadra, passando per lo staff tecnico ed i giocatori. Bravi».

Ora cosa deve fare Caserta?

«Deve stare vicina a Iavazzi e Barbagallo che stanno sostenendo tutti i costi; speriamo che qualche altro imprenditore possa entrare. Il club deve essere brava ad utilizzare il budget a disposizione per fare roster che sappiano onorare la canotta. I frutti del lavoro sul settore giovanile si vedranno tra 5-6 anni e ci vuole pazienza… come coi figli. Quando si parte da ‘0’ bisogna essere costanti: la costanza avuta dai Maggiò col settore giovanile»

E’ l’anno buono di Milano?

«Dovrebbe vincere per la manifesta superiorità».

E la Juve può centare i playoff?

«Sì ma deve vincere qualche partita fuori casa. I giocatori, però, devono capire che hanno un’occasione unica anche a livello personale per disputare un playoff da protagonisti. Per farlo devono soffrire e lavorare con sacrificio».


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