Gigi Ambrosino campione di kitesurf



Una gara di kitesurf

Con la bella stagione ormai a pieno regime è tempo degli sport acquatici. La febbre degli ultimi anni è costituita dal Kitesurf, sport col quale non tutti hanno la dovuta dimestichezza. Lo presenta ai nostri lettori un autentico campione della disciplina, il sammaritano Gigi Ambrosino.
«Si chiama Kitesurf o anche Kiteboarding che nasce dall’evoluzione di un windsurf. Sport nato abbastanza di recente, i primi ‘Kiter’ (i praticanti del Kitesurf) si sono affacciati sulle coste italiane verso i primi anni di questo millennio, 2000-2001 più o meno. Sport che è andato man mano radicandosi, adesso siamo davvero in tanti. Si sfrutta la trazione del vento che agisce su di un grosso acquilone – in inglese Kite – si governa il kite tramite una barra detta boma. Col boma mandiamo il kite in trazione dando appunto inizio ad uno spostamento. Ai piedi si ha una tavola più piccola di quella che si usa per il wind surf».
Tu come hai iniziato?
«Io ho origine siciliane, ho sempre avuto uno splendido rapporto con il mare, ho iniziato con il windsurf a 10 anni e col tempo ho sentito il bisogno di alzare l’asticella, di rimettermi in discussione e approcciare ad un qualcosa di nuovo. Vidi i primi kite in Sicilia nel 2002, mi precipitai in spiaggia e iniziai a guardarmi intorno smanioso come un bambino, incuriosito, cercavo di capire il nesso tra la vela del windsurf e l’ala del kite, il come ed il perchè. Andai a prelevare l’occorrente al bancomat e tornai subito in spiaggia, mi comprai il mio primo kite, usato e così iniziò il nuovo gioco».
Dieci anni di attività…
«Si e da allora sono cambiate tantissime cose. Prima ci contavamo sulle dita di una mano, adesso siamo un esercito ed in italia ci sono anche diversi campioni, tra veterani e new school».
Cosa è cambiato di preciso?
«Sicuramente è cambiato l’approccio, non è più uno sport per pochi, cè tanto mercato, l’attrezzatura si trova a partire anche da prezzi relativamente irrisori. Non serve molto tempo per imparare e con le nuove tecnologie si può fare questo sport anche con poco vento. Ricordo i tempi del windsurf, quando aspettavamo le giornate di tempesta ed alla fine riuscivamo ad uscire in acqua 5-6 volte all’anno per non parlare delle volte che perdevi una giornata nel caricare l’auto, con quelle tavole e le enormi vele, sembrava un trasloco. Adesso si viaggia con uno zaino ed una tavoletta che entra tranquillamente nel bagagliaio. Guarda me, io faccio software, lavoro in uffico e quando cè vento in pausa pranzo riesco a scappare a mare e rintagliarmi due ore tutte per me, io e l’acqua».
Che si prova a sentirsi trascinare dal vento?
«Libertà, leggerezza, sei fuori in mare, nessun rumore se non l’attrito dell’acqua sotto la tavola. Si lasciano i problemi, il lavoro le bollette in spiaggia e quando sei fuori, sei davvero fuori. Io la chiamo no-gravity-experiece, è il mio modo di vedere questo sport, sganciarsi dal peso della gravita che ci tiene legati a terra, potrebbe essere una metafora ma non lo è. Il kite da una spinta verso l’alto continua rendendoti molto più leggero, delle volte si riescono a compiere evoluzioni che ti lasciano ‘no-gravity’ per diversi secondi. è da li che si iniziano a provare cose nuove, nuove evoluzioni migliorando lo stile e facendo in modo che quella asticella non finisca mai di alzarsi. Ogni kiter ha la sua tecnica, come dire ‘ogni uno ama a modo suo la sua donna’».
Raccontaci qualche episodio indelebile.
«C’è ne sono tanti. Questo sport mi ha portato a conoscere tantissime persone, a fare tanti viaggi per raggiungere spiagge incantevoli. Ricordo due anni fa, quando ero nell’arcipelago di Los Roques (Venezuela) nel cuore dei Caraibi, stavo facendo kite in un posto incantevole, la classica fotografia che uno si aspetta dai Caraibi, spiaggia bianca, mare turchese, barriera corallina ed io ero in acqua quando, inavvertitamente, ebbi un incidente frontale con una tartaruga che mi nuotava in direzione opposta, mi ritrovai a mollo non capendo cosa fosse accaduto, poi mi vidi questa enorme tartaruga e scoppiai in una risata grassa… forse anche la tartaruga stava ridendo!»
E ricordi spiacevoli?
«Beh anche quelli cè ne sono, ma non sto qui a raccontarteli quindi tutto bene, passati e superati».
Sembra che tu non ne voglia parlare.
«è uno sport, capita che tu o qualche tuo amico possa avere un incidente in mare. Soprattutto quando si viaggia in zone totalmente diverse dalla natura italiana. Dove capita che da una giornata di sole e poco vento in meno di 5 minuti arrivi una tempesta e che ti sorprenda impreparato. Spesso è proprio la troppa sicurezza che induce in inganno. L’ideale è chiedere sempre ai ‘local’, ovvero ai kiter della zona, quali siano le insidie del posto».
Hai in mente qualche viaggio imminente?
«Sì, ovvio, venerdi parto per la Sicilia e poi voglio raggiungere un caro amico a Capo Verde nell’Atlantico. Probabilmente lo farò a fine giugno».
Dove ti alleni di solito?
«Per motivi di lavoro sono sempre nei paraggi: litorale Flegreo, basso Lazio, Cilento, è sempre ‘Eolo’ a decidere; poi ho una scuola di kite che mi impegna moltissimo. Ho tanti posti nel cuore dove ogni tanto come un magnete mi attirano e non posso dire di no, in primis sicuramente Pachino (in provincia di Siracusa, ndr), location fantastica e poco frequentata, il vento è ottimale, costante e teso. Poi in successione consiglio Fuerteventura (Isole Canarie). Ci vado una volta l’anno per allenarmi una settimana continua, li è fantastico, il clima, la gente, la vita, lasci la fredda e piovosa Italia di marzo per raggiungere la mite e soprattutto ventosa isola».
Chi vuole avvicinarsi al kitesurf cosa deve fare? che requisiti deve possedere?
«Di base, saper nuotare. Questo sport puo’ essere fatto a diversi livelli, diciamo regular ed extreme, tutti possono farlo non richiede grande sforzo fisico né grande preparazione atletica. Basta un minimo di dinamicità e la consapevolazza che si sta andando in mare. Quindi divertimento ma rispetto per il mare! Ho due ragazze tra i corsisti in questo periodo e posso confermare che le donne apprendono rapidamente».
Come fare per contattarti?
«La mia scuola di kite ha un account su facebook : Kitezone LessonSchool li ci sono tutte le informazioni i numeri i contatti».
Grazie per la chiaccherata
«You are welcome, aloha girl»
Aloha?
«Si , aloha, il nostro saluto, il saluto hawayano, ci si augura buon Vento».




error: Content is protected !!
P