Il comunicato dei diavoli e il ricordo di Brent



Lo striscione per Brent Darby (Foto Sassu)

Sedicesima tappa del viaggio di Colore e Calore che fa scalo al Pala Radi di Cremona. Non c’ero, sono rimasto a casa, ma quel palazzetto e quella gente mi ricordano tante belle giornate. Al Ca’ de Somenzi c’è sempre un amico pronto ad attendermi, un abbraccio da dare, un sorriso da regalare: ho tantissimi amici a Cremona e mi spiace non averli potuti salutare. Ma, forse, è stato meglio restare a casa vista la domenica passata col cuore in gola in attesa di notizie confortanti da Brindisi dove gli amici e colleghi Peppe Frondella, Nico Marotta e Piero Maiello sono stati vergognosamente aggrediti da gente che chiamare tifosi è un’offesa alla categoria. I tifosi veri non aggrediscono la stampa: la criticano, l’accusano, ma non arrivano a volerla picchiare. I giornalisti e gli ultras sono due categorie che non vanno tanto d’accordo, si sa. Comunque una ventina scarsa di cuori bianconeri presenti, nove stoici partiti da Caserta che hanno voluto ricordare il compianto Brent Darby con uno striscione (BRENT VIVE) esposto durante la partita. Un piccolo ma significativo gesto che va rimarcato. Mentre i nove diavoli salivano alla volta del Ca’ de Somenzi, il direttivo dell’Inferno Bianconero inviava il seguente comunicato stampa per far sapere la propria opinione in merito al difficile momento societario del club: «Abbiamo sempre rifiutato l’idea di vedere lo sport fatto di politiche ed interessi. Abbiamo sempre preso le distanze da qualsiasi decisione discussa tra le stanze dirigenziali. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Non siamo interessati alle lotto intestine, non siamo interessati a dare ragione agli o uni o altri partiti, non siamo interessati a conoscere le ragioni e le motivazioni e non siamo interessati ad esprimere giudizi. Abbiamo un unico interesse. Un unico obiettivo: combattere la possibilità che elementi che non siano il campo condannino la Juvecaserta alla retrocessione o peggio ancora alla scomparsa. L’Inferno sostiene un solo ed unico progetto: quello che abbandona il chiacchiericcio, che abbandona le polemiche, che è legato alle azioni ed ai fatti, e non più a promesse. Sosterremo chiunque deciderà di avviare un progetto responsabile non mirato alla salvezza di una stagione ma alla costruzione di una realtà in linea con le ambizioni e le speranze dei risultati che questa tifoseria e questa città meritano. Sosterremo qualsiasi iniziativa legata alla sensibilizzazione sociale e politica circa gli aiuti da destinare a questa società. Le collette, le associazioni ed i piccoli aiuti possono essere un punto di partenza ma non è questa la strada da intraprendere. E’ una strada che possiamo aiutare a percorrere perchè qualsiasi aiuto merita il nostro rispetto ma le società sportive non possono essere portate avanti dai tifosi. Il nostro principale dovere è e deve essere un altro, rendere il palazzo ciò che è sempre stato: la casa della Jc, il teatro all’interno del quale abbiamo sempre dimostrato l’amore per questa maglia, il luogo dove la nostra voce è arrivata più in alto di parole e polemiche. Riempire il palazzo ed essere presenti è necessità primaria della quale saremo sempre i primi responsabili. A tutto il resto non possiamo pensarci noi. Ci mancano gli strumenti, le competenze, le possibilità economiche. Questo spetta solo ed esclusivamente ai soci, alla proprietà o a chi, ad oggi, ha utilizzato la Juve come punto di riferimento per poter arrivare ancora più in alto. Quello che non manca e non verrà mai a mancare è la nostra voce in curva. Il nostro grido, che è il grido di una città troppe volte condannata per i propri limiti e demeriti. Una città dove le realtà sportive andrebbero tutelate e salvaguardate. Una città che dovrebbe stringersi intorno alla società al fine di garantire la sopravvivenza di uno dei pochi elementi di vanto di questa terra. Una città dove ci appare incredibile latitino il sostegno di strutture politiche ed aziende legate al territorio prime comprese quelle che hannl la forza di offrire altrove il loro apporto. Auspichiamo la nascinta di un fronte comune, fatto di politici, imprenditori e cittadini che abbia quale unico obiettivo la salvezza della Juve e la nascita di un progtetto valido e concreto. La nascita di una coscienza sociale e politica. La Nascita di un nuovo differente modo di essere vicini alla squadra. Tutto quello che non è necessario nasca è quelacuno che ci insegni ad amaare questa squadr, questa città- In quello nessuno è come noi. Stavolta non restermo a guardare, mai più un altro 1998. Nessuno sarà salvato».
Un colpo al cerchio ed uno alla botte. I diavoli si schierano solo per la maglia mentre tutto il resto della tifoseria ha scelto da che parte stare. Fare i partigiani, spesso, non va bene. A volte serve equilibrio e stare in mezzo ma, sinceramente, in questa storia, vuoi o non vuoi, prima o poi, ti dovrai schierare. Usando la testa, non il cuore.

Il comunicato dei diavoli bianconeri

 




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