Verità per Mario Paciolla: l’iniziativa di Mondo Camerette One Team e Falchetti Caserta



Allenamento congiunto ieri sera per la Mondo Camerette One Team Basket Caserta assieme all’ASD Falchetti Caserta con tanto di partitella finale a squadre mischiate per chiedere la verità su Mario Paciolla, il cooperante italiano al servizio dell’ONU morto in circostanze ancora da chiarire in Colombia il 15 Luglio 2020 a soli trentatré anni.

Mario era un ragazzo brillante: due lauree conseguite col massimo dei voti presso l’Orientale di Napoli, giornalista attento, persona dichiaratamente interessata ai più deboli con particolare attenzione alle diverse culture del mondo e ai diritti umani. Mario però era principalmente uno di noi, giocatore appassionato di basket tanto da far parlare di sé fin dalle giovanili, uomo di sport e grande tifoso di calcio.



Il suo istinto e i suoi studi lo portano a girare mezzo mondo, sempre alla ricerca di esperienze formative che lo aiutassero a realizzare il suo sogno di dedicare la sua vita alla tutela di chi è in difficoltà. Prima in India, poi segue per conto dell’ONU un progetto in Argentina, poi approfondisce in Giordania il tema dei diritti umani mentre si prepara per superare la selezione delle PBI, le Brigate di Pace, associazione nata in Canada nel 1981, completamente autofinanziata, con l’obiettivo di offrire protezione ai difensori dei diritti umani nelle zone a rischio del pianeta.

Superando una selezione per soli diciotto profili in tutto il pianeta, a marzo 2016 Mario entra nell’Organizzazione e parte per Bogotà con un contratto fino ad Agosto 2018. Nel periodo collabora con Valerio Cataldi per la serie TV “Narcotica” e viene chiamato per la gestione della logistica del Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Colombia nel Settembre 2017. Nel frattempo l’ONU lo cerca ripetutamente e Mario, scaduto il contratto con le PBI nell’Agosto 2018 entra a far parte della massima Organizzazione mondiale nell’Agosto del 2018 con un contratto quinquennale per la “verifica degli accordi di pace” tra le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) e lo Stato della Colombia.

Diventa uno degli “occhi” dell’ONU in Colombia, si trasferisce in un insediamento delle istituzioni nel bel mezzo della foresta amazzonica, visitando i campesinos e collaborando al “reintegro” dei guerriglieri pentiti nella società civile. Trasforma questi ultimi da mercanti di droga e morte in sportivi appassionati di rafting sullo stesso fiume che prima utilizzavano per i loro loschi commerci.

Negli ultimi giorni di vita confida ai genitori Anna e Pino che non si sente più tutelato dall’Organizzazione e il giorno prima di morire prenota il biglietto per il rientro in Italia, trasferendosi a Bogotà dove avrebbe dovuto attendere cinque giorni prima di partire. I dettagli del suo rientro non erano noti pubblicamente ma solo agli addetti ai lavori e il giorno dopo viene trovato morto in un appartamento della capitale colombiana. Immediatamente le autorità etichettano l’accaduto come “suicidio”.

Sono ancora tanti gli aspetti da chiarire compresa la “ripulitura” dell’appartamento dove è stato trovato Mario appena 48 ore dopo l’accaduto, a cura dell’ONU.

Quello che i genitori chiedono a gran voce è la verità su quanto tristemente accaduto. Per far questo è stata attivata una petizione on-line su change.org che è possibile sottoscrivere gratuitamente.

Infine, a disposizione di chiunque avesse informazioni riservate che possono aiutare a far chiarezza, un team di ingegneri ha sviluppato una piattaforma che garantisce riservatezza ed anonimato all’indirizzo: https://leaks.marioveritas.org/#/

Noi siamo con Mario: uno di noi!


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