LE NORME FEDERALI. Casertana sospesa tra la C e i dilettanti. Ecco cosa fare per non far morire il calcio in città



Il presidente della Casertana D’Agostino

Facendo gli scongiuri, toccando ferro con le dita incrociate tutta Caserta attende le prossime settimane in attesa di capire se si continuerà ad assistere al calcio professionistico o mestamente si dovrà parlare di altro.

Nel frattempo la società del presidente D’Agostino ha preparato la documentazione per l’esperto avvocato Chiaccio, già tre volte a Caserta negli ultimi giorni, che una volta decifrato il tutto dovrà decidere se accettare di presentare ricorso



Una flebile speranza ci dovrebbe essere in seno alla società dove si studia un possibile o probabile dolo verso il presidente e verso la società Casertana Fc.

In attesa della Covisoc, si attendono le prossime mosse.

 

Se tutto dovesse precipitare

Se tutto dovesse precipitare e la società Casertana F.C. non dovesse essere iscritta al prossimo campionato di serie C, con molta probabilità visto l’ingente debito maturato gran parte da presidenti precedenti a D’Agostino, la società verrà dichiarata fallita. La Casertana F.C. in caso di esclusione potrebbe solo partire dall’ultimo campionato regionale, la terza categoria, al massimo la seconda.

Ipotesi serie D

Se invece si volesse ipotizzare la serie D, il tutto resterebbe nelle mani del sindaco che visto l’ Art. 52 comma 10 delle N.o.i.f. come espressione della città di Caserta dovrebbe chiedere la partecipazione al campionato di serie D in soprannumero.

Il sindaco dovrebbe predisporre un bando specifico per le società cittadine iscritte alla Figc e quindi già affiliate, con un piano pluriennale di obiettivi e specifiche di progettualità sportive per Caserta, possibilmente con un capitolato con la richiesta di figure professionali.

L’impegno, poi, di una ipotetica società dovrebbe essere quella di sottoscrivere gli impegni economici e attendere la decisione del presidente federale rispetto al pagamento di una somma a fondo perduto che comunque è superiore ai 300 mila euro.

L’articolo 52 espressamente dice che non dovranno esserci dirigenti, amministratori, soci ecc. della vecchia società, almeno quelli con potere di firma:

In caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B e di Serie C il Presidente Federale, d’intesa con il Presidente della LND, previo parere della Commissione all’uopo istituita, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, anche in soprannumero, purché la stessa società:

  1. a) adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l’iscrizione al Campionato;
  2. b) non abbia soci e/o amministratori che abbiano ricoperto, negli ultimi 5 anni, il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla FIGC. Qualora fosse consentita la partecipazione al Campionato Interregionale o al Campionato Regionale di Eccellenza, la società dovrà versare un contributo alla FIGC nel primo caso non inferiore ad euro 300.000,00 e nel secondo caso non inferiore ad euro 100.000,00. E’ facoltà del Presidente, d’intesa con i Vice Presidenti della FIGC, con il Presidente della Lega Dilettanti e con i Presidenti delle componenti tecniche stabilire un contributo superiore al predetto minimo. La Commissione, nominata dal Presidente Federale, è formata da tre componenti, di cui due designati dal Presidente Federale e uno dalla LND. La Commissione resta in carica per un quadriennio olimpico.

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