GLADIATOR, UN MIRACOLO TARGATO MARTINO. Dallo scetticismo generale al finale col botto, il “Tata” osannato dai tifosi per l’exploit



Alessio Martino del Gladiator

SANTA MARIA CAPUA VETERE – “E proprio ora doveva finire il campionato?! Avevamo appena iniziato a divertirci“: il pensiero di diversi tifosi sammaritani evidenzia l’euforia che c’è attorno al Gladiator in un finale a dir poco in crescendo. Nelle ultime dieci giornate i neroazzurri hanno conquistato la bellezza di ventidue punti, frutto di sei vittorie e quattro pareggi. Si tratta della miglior striscia stagionale di una squadra che per buona parte della stagione navigava tra continui passi falsi. Se il Gladiator ha cambiato volto in questa stagione, il merito è senza ombra di dubbio di Alessio Martino. Insieme ai collaboratori del proprio staff, l’allenatore di Casagiove, trapiantato a San Prisco, ha lavorato non solo sul campo di calcio ma anche sulla testa dei calciatori, eliminando quei preconcetti negativi che aggiravano nella loro mente. Al suo arrivo Di Pietro & soci apparivano una squadra bloccata psicologicamente, a cui andava male tutto, poi pian piano, assorbendo anche l’amarezza delle sconfitte, tutto è cambiato.

L’APPRODO. Quattro mesi incredibili per l’ex tecnico di Gelbison ed Eclanese che lo scorso 18 febbraio venne annunciato dalla società, tra lo scetticismo generale dei tifosi. E non poteva essere altrimenti, dopo che era sfumato il tanto atteso ritorno della vecchia gloria Nello Di Costanzo sulla panchina del “Piccirillo”. Mai mettere a paragone nessun allenatore con un mostro sacro della storia del Gladiator: questo aspetto Alessio Martino lo conosce bene ed inizialmente ha utilizzato un profilo basso, con umiltà ed intelligenza. In quel momento Mattia Aveta, supportato dal padre Salvatore, ha fatto una decisione forte ed ha scelto di non assecondare la precedente volontà di Giacomo De Felice di puntare sul grande ex. Da quella situazione di caos, con la differenza di vedute tra le due parti societarie, la famiglia Aveta è andata avanti sulla sua strada ed ha dato i pieni poteri a Martino: le poche risorse a disposizione ma utili per rinforzare la squadra sono risultate decisive, con l’acquisto di atleti come Cassaro, Caruso, Mazzotta, Cataruozzolo ed altri che hanno aiutato la vecchia guardia nella lotta alla permanenza.



LA FIGURACCIA STORICA AL DEBUTTO. Tante le critiche ad Aveta così come ad Alessio Martino, che pagava un nome di minor rilievo rispetto a Di Costanzo ed un’unica precedente esperienza in Serie D, finita anzitempo con la Gelbison. A ciò si è aggiunto il peggior debutto possibile, la figuraccia storica al “Piccirillo” contro il Latina per 0-6: una pagina vergognosa che mai sarà cancellata. Allora la delusione era massima, con tanti tifosi che si stavano abituando all’idea della retrocessione ed all’abbandono della famiglia Aveta a fine anno (la realtà attuale è calma ma non bisogna dimenticare: quattro mesi fa era un vero e proprio putiferio). Proteste aspre ma, sin dalla partita con l’Afragolese, l’ex calciatore del Real Marcianise ha chiesto ai ragazzi di alzare la testa. Già nella sconfitta contro i rossoblu a Cardito, i neroazzurri hanno iniziato a macinare gioco ed hanno trovato in un episodio la fine della maledizione: il pari al 90′ ad Arzachena a cura del capitano Di Pietro.

L’esultanza del Gladiator

LA RINASCITA. Da quel momento è cambiata diametralmente la stagione, con i sammaritani che sono ritornati al successo contro l’Insieme Formia e, poi dopo le due sconfitte contro Nocerina e Monterosi, hanno stravolto tutte le incertezze, chiudendo con la striscia finale di dieci partite utili consecutive. E se i rigori sbagliati contro Muravera e Torres hanno rallentato la risalita, il blitz di Nola ha rimotivato una squadra che, fino a quel momento, aveva raccolto meno di quanto seminato in diverse partite. Infine si arriva così al pari col Latte Dolce che sancisce la salvezza aritmetica ed il trionfo a Cassino che, addirittura, porta il Gladiator a quota 40 punti al dodicesimo posto, fuori anche dall’eventuale zona play-out.

I NUMERI DELL’EXPLOIT. In ben diciassette gare del girone di ritorno, quindi, Alessio Martino ha totalizzato 26 punti, frutto di 7 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte, per una media di 1,52 punti a partita. Un bottino che è stato decisivo per lo scatto salvezza, rispetto ai 14 punti conseguiti in 16 partite da Clemente Santonastaso (media di 0,87) che, va detto per obiettività di giudizio, in diverse gare ha ottenuto molto meno rispetto meritasse dalle prestazioni offerte. Andando a guardare solo il girone di ritorno, i neroazzurri sono terzi a pari punti col Latte Dolce per computo di punti, mentre sono primi a pari punti col Monterosi nelle ultime dieci giornate. Punti, dati, statistiche che hanno messo fine ad ogni tipo di critica ed anzi hanno spinto molti tifosi a chiedere scusa per qualche commento ingeneroso ad inizio avventura.

DALLA PRIMA CATEGORIA ALLA D. Da criticato ad osannato il passo è breve per il “Tata” (così come viene soprannominato per l’omonimia con Gerardo Martino, allenatore argentino ct del Messico) che ha messo tutti d’accordo a Santa Maria Capua Vetere, ha dimostrato di essere un allenatore da Serie D ed ora è pronto a continuare la sua avventura al Gladiator. Otto anni fa era in Prima Categoria alla Virtus Goti, da allora ne ha fatta di strada e, dopo Promozione ed Eccellenza, ora vuol dimostrare il suo valore anche in Serie D, con la consapevolezza che il Gladiator è stato da sempre un trampolino di lancio verso il professionismo per coloro che ne hanno fatto la storia.


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