DERBY NEL RICORDO DI VANACORE. L’ex Rovani non dimentica: “Due club che mi emozionano sempre. La Cavese può ancora salvarsi, playoff per la Casertana”



Roberto Rovani

Un bomber d’altra tempi. Un attaccante che da Trento a Siracusa ha fatto sempre gol e come doppio ex di Casertana e Cavese ha parecchio da raccontare. Roberto Rovani inizia dall’attualità, dal grave lutto che ha colpito i blufoncè:

“Voglio innanzitutto ricordare due persone che non ci sono più e che rappresentano tanto per la Cavese. In primis Bobbiesi mio ex compagno di squadra che è rimasto nei cuori di tutti. Poi l’addio di Antonio Vanacore che ha sconvolto ognuno di noi. Non lo conoscevo personalmente però avevamo molti amici in comune. Un ragazzo eccezionale che mancherà a tutti. Morire così giovani è un dramma che non si dimentica”.



 

Prima la Cavese, poi la Casertana. Storie diverse ma ricche di emozioni.

“Sono nato calcisticamente con i metelliani. Settore giovanile, poi due anni a Potenza in prestito e nell’85-86 tornai definitivamente a Cava. Fu la consacrazione nel mondo del calcio professionistico e ricordo quell’esperienza con grande emozione. A Caserta arrivai nell’89, poi un anno a Trento e tornai in rossoblù per conquistare la promozione in B. Esperienza fantastica, indimenticabile”.

 

Il gol di Rovani nell’85 (Foto archivio storico Pasquale Fiorillo)

A proposito di derby, nell’86 desti un dispiacere alla Casertana, ma poi…

“Segnai il gol decisivo, ma ad un quarto d’ora dalla fine mi ruppi il ginocchio. Era il 6 aprile del 1986 e ad un quarto d’ora dalla fine per evitare di cadere sul portiere avversario poggia il piede male facendo leva sul ginocchio rompendomelo. Cambiò la mia carriera perché ero stato già venduto all’Udinese e avrei potuto fare un percorso calcistico diverso. Ma doveva andare così”.

 

Chi i playoff e chi la salvezza. C’è la possibilità di centrare i rispettivi obiettivi?

“Sono sempre state partite sentite vista la rivalità che c’è tra le tifoserie. Piazze che ti restano dentro perché se la Cavese è stata la società che mi ha lanciato vincendo anche un campionato con Somma come collaboratore tecnico, a Caserta vinsi da calciatore e perciò sono squadre che fanno parte della mia vita. Il mio augurio è che la Cavese possa tirarsi al più presto via da una posizione di classifica non consona al blasone e alla storia del club. Spero di vedere invece la Casertana nei playoff dopo un girone di andata probabilmente al di sotto delle aspettative dei tifosi”.

 

E’ un momento molto delicato per la Cavese. Campilongo si trova ad affrontare un altro dramma sportivo dopo quello di Mari. La scomparsa di Vanacore, come ha sottolineato lo stesso allenatore, può essere la scintilla verso la risalita.

“Catello era uno dei suoi pupilli e sappiamo quanto fossero legati. Con Antonio si conoscevano da vent’anni e collaboravano ormai da tempo. Tragedie che hanno devastato tutti ma riusciranno a trovare la forza per rialzarsi. Faccio il tifo per Sasà che proverà a fare di tutto per raggiungere l’obiettivo. In questa fase al di là dei punti dalla salvezza, servirà mantenere anche i nervi saldi perché recuperare tre partite correndo il rischio di giocare ogni tre giorni, non è impresa da poco e metterebbe a dura prova lo stato fisico del gruppo. Ma conosciamo tutti le doti di Campilongo: è un combattente, grintoso, non è abituato a mollare e a mio avviso può realizzare una grande impresa”.

Il pareggio di Bari ha galvanizzato una Casertana che ritroverà diversi uomini per un derby che può valere anche una fetta di playoff.

“Premesso che ho il cuore diviso a metà e perciò non me la sento di fare pronostici. Spero di assistere ad una bella gara giocata a viso aperto e che vinca il migliore. Il discorso playoff è probabilmente solo un premio per una squadra che ha dimostrato di meritare la parte sinistra della classifica. La Casertana non ambisce certo alla promozione in B anche perché non è attrezzata per arrivare fino alla fine vista anche la concorrenza. La cosa più importante e parlo genericamente, è la programmazione. Il calcio è cambiato molto in tutti questi anni ma la costante è sempre la stessa cioè dare continuità a quanto fatto l’anno precedente. Si dovrebbe creare un’ossatura forte e ogni anni arricchirla con due-tre pedine di spessore. I playoff potrebbe perciò essere sì un premio da riscuotere al termine della stagione con la possibilità di partecipare alla Coppa Italia di A e B, ma essenziale sarà guardare al futuro con lungimiranza”.


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