Lo scorso 24 febbraio ad I. A., unitamente ad altri tifosi della JuveCaserta, veniva notificato dalla Questura di Caserta un D.A.Spo. per gli episodi accaduti a margine della partita tra la compagine bianconera e la Pallacanestro Forlì. Nei confronti di I.A., in particolare, veniva disposto il divieto di accedere addirittura a tutti luoghi ove si svolgono incontri sportivi di qualsiasi tipo, cestistico, calcistico e pallavolistico, per ben sei anni. A suo carico veniva disposto, altresì, l’obbligo della doppia firma in occasione degli incontri di basket della società JuveCaserta, obbligo di durata pari a quello del D.A.Spo. (sempre sei anni). Lo stesso veniva, altresì, denunciato a piede libero per il reato di istigazione a delinquere. Assistito dall’Avvocato Giuseppe Di Monaco, il tifoso, però, ha visto prima archiviarsi la propria posizione processuale, stralciata da quella degli altri tifosi denunciati e ‘daspati’, e successivamente ha ottenuto anche la revoca dell’obbligo di firma.
Restava, quindi, il divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive. A seguito di istanza presentata dall’Avv. Di Monaco, il DASPO è stato revocato. Per la difesa, infatti, il divieto appariva non più adeguato e, soprattutto, non più giustificato in quanto era stata accertata l’estraneità di I. ai fatti di JuveCaserta-Forlì.
La misura del D.A.Spo., prevedendo un divieto di assistere a tutte le manifestazioni sportive di tipo calcistico, cestistico e pallavolistico, nonché l’ulteriore divieto di accesso ai luoghi circostanti gli impianti sportivi e in quelli interessati al transito dei tifosi, finiva per incidere in maniera sensibile sulla libertà di movimento del tifoso, pur non essendo emersi elementi di reità a carico dello stesso. Venendo meno i requisiti su cui originariamente si fondava l’obbligo, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ritenuto di condividere la tesi difensiva e ha, pertanto, revocato il divieto di assistere alle manifestazioni sportive emesso dalla Questura di Caserta.