40 ANNI E NON SENTIRLI. L’amore senza limiti tra Gheremedin ed il calcio, nella sua dolce Capua



Inutile il goal del bomber capuano Antonio Gheremedin

CAPUA – Quando sei innamorato, fai di tutto affinché quella fiamma non si affievolisca mai. Sin da bambino, il grande amore di Antonio Gheremedin è il calcio e, nonostante passino le primavere, non ha alcuna intenzione di smettere. Il bomber classe ’80, che a febbraio ha compiuto 40 anni, continuerà il suo legame con la Vis Capua, club della sua città natale di cui è sempre un fiero rappresentante.

L’ESORDIO. Nel debutto di oggi contro la temibile Sanciprianese proverà ad esordire con il goal, la sua arma migliore, per iniziare al meglio la stagione numero 25, considerando che esordì a sedici anni in Promozione sempre a Capua. Venticinque stagioni consecutive in cui l’ex Tebor e Real Maceratese ha lasciato sempre il segno, divenendo un esempio per i tanti giovani che si apprestano a giocare.



CAPUA NEL CUORE. Del quarto di secolo che lo ha visto imperversare su tutti i campi di calcio, dal fango alla terra, dall’erba naturale al sintetico, Gheremedin ha macinato la maggior parte di chilometri con il team giallorosso e con la famiglia Aglione, di cui tutt’ora è un fedele paladino: “Parte oggi una nuova stagione e per me è come se fosse la prima. Il tempo passa ma l’amore è intatto per quel pallone a quadri bianconeri, così come ho iniziato da bambino. Resto al Capua perché è la mia città, che ho visto esultare ai miei goal in tante categorie. Se il calcio a Capua è vivo, è grazie alla famiglia Aglione che, dopo la fine dell’epoca Acunzo, sta portando avanti con tanti sacrifici il calcio in una città storica come la nostra. Quest’anno la squadra è molto giovane ma abbiamo intenzione di fare bella figura agli ordini di Giovanni Migliozzi, allenatore di categoria superiore, e del direttore Alfredo Aglione, una persona dal valore inestimabile per il calcio capuano“.

DAL PASSATO. Antonio rispecchia il calcio d’altri tempi, in cui non c’erano cellulari, social e scarpette all’ultima moda. Si lavorava sodo durante la settimana per arrivare preparati alla domenica, con l’obiettivo di vincere e conquistare le copertine dei giornali che uscivano solo il lunedì mattina: come se fosse un rituale sacro. Ora tanto è cambiato, con la sovraesposizione di ogni aspetto, ma Antonio è sempre lo stesso. Senza un profilo facebook o instagram, ma dalla voglia matta di buttare la palla in rete in qualsiasi modo: con la ‘cazzimma’ (mi consentano i maestri giornalisti) che deve caratterizzare ogni attaccante quando si trova in quell’attimo che passa in area, tra l’anticipo difensivo o la gloria.


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