Dall’esordio a Catania con Moriero all’Eccellenza, Felleca sogna il ri-decollo: “Ora solo il Mondragone, poi la Serie C”



Francesco Felleca con la maglia del Catania

MONDRAGONE – Quando tocchi la Luna, è sempre difficile tornare alla normalità sulla Terra. L’atterraggio può nascondere delle insidie che non avevi immaginato. Ed in quel caso è fondamentale il lavoro dell’equipaggio e dello staff che lavora affinché nulla intralci la discesa. Lo è per chi è salito sul satellite lunare, così come nel calcio chi ha calcato palcoscenici prestigiosi. La Luna di Francesco Felleca è la Serie C, categoria che l’atleta napoletano ha disputato per dieci presenze prima con il Catania e poi con il Rende. Tutto lasciava presagire l’ascesa ed invece non sempre le cose vanno come si spera. Ma non è detta l’ultima parola, perché tutto può succedere. Basta crederci.

L’EMOZIONE. Ora il crack del girone A di Eccellenza, capocannoniere incontrastato con dieci reti in undici partite (media di quasi un goal a partita), sta facendo brillare gli occhi dei tifosi del Mondragone, ma è niente rispetto a quello che il ragazzo di Casalnuovo di Napoli è riuscito a scrivere nella sua giovane carriera. Sembra passata un’eternità ed invece appena tre anni fa egli faceva il suo debutto assoluto in Serie C con la maglia del Catania, a diciotto anni da poco compiuti. Nell’ultima gara di campionato della stagione 2015/2016, Francesco Moriero, ex campione dell’Inter, gli regalò una giornata indimenticabile al “Massimino” con il debutto al 93’ contro la Fidelis Andria, davanti a quasi cinquemila spettatori: platea che pochi anni prima era esaltata dalle scorribande del Papu Gomez, Bergessio e Martinez. Prese il posto di Calderini, in quella squadra impreziosita da Plasmati, Calil e Russotto. Quel ragazzo mingherlino ma dalla lunga chioma bruna (un po’ il primo Lavezzi a Napoli, un po’ Jovetic della Fiorentina, per capigliatura e per l’agilità in dribbling inaspettati) cattura l’interesse per la sua procacità: veloce e senza paura nonostante l’appena maggiore età.



Francesco Felleca a Catania dopo l’esordio – foto TuttoCalcioCatania

TRA SERIE C E D. L’anno seguente ritorna dal prestito all’Aversa Normanna (squadra che lo ha cresciuto, lo ha lanciato al grande calcio e con cui ha segnato il primo goal in Serie D col Sersale ad ottobre del 2016), poi a dicembre passa alla Cavese. Sempre in Serie D, grazie alla fiducia di Emilio Longo, ottiene 10 presenze e 2 goal contro Sancataldese e Sersale: numeri che gli riaprono le porte del professionismo, con il Rende che ne resta stregato nella finale play-off. Le emozioni continuano con il primo goal in Serie C siglato al “Ceravolo” di Catanzaro nel primo turno di Coppa Italia in pieno agosto, con Bruno Trocini che gli dà fiducia subito. Con i biancorossi undici presenze, poi il ritorno in Serie D con il Portici (22 presenze ed il goal alla Cittanovese) ed un’estate senza sirene di mercato.

L’ECCELLENZA. Dopo i tanti clamori, il nome di Felleca finisce nel dimenticatoio ma è lì, in quel momento, che il Mondragone ha l’intuizione giusta. Grazie al fiuto dei direttori Antonio La Torre e Stefano Vampore, il team domiziano lo chiama e lo convince ad accettare la proposta di scendere per la prima volta in Eccellenza. “Ma in quale categoria scendi?” si sarà sentito ripetere da ogni dove, ma Francesco è testardo ed accetta: “All’inizio non era facile, poi grazie ai compagni ed all’ambiente mi sono subito trovato bene, Sta andando nel verso giusto, non mi aspettavo un inizio del genere però ci speravo”.

L’ATTERRAGGIO. Introverso e non avvezzo alle telecamere per sua diretta ammissione, il talento classe ’98 è spontaneo nelle sue risposte, così come è rapido e sorprendente nelle accelerazioni e nei dribbling che stanno facendo venire i mal di testa ai suoi avversari, tanto da segnare dieci goal in un approccio a dir poco disarmante: “Come mai un ragazzo che ha esordito in Serie C a diciotto anni ora si ritrova in Eccellenza? Eh, una domanda da mille parole” e si nasconde dietro un: “Nel corso degli anni si trovano persone che credono in te, quando prima altre non ti danno fiducia. Mondragone può essere il nuovo trampolino di lancio della mia carriera. Restano impresse per me le esperienze del passato ed ora sono motivato a ritornare dove sono stato”.

Francesco Felleca con i dirigenti del Mondragone

L’AMBIENTE IDEALE. A quindici giorni dall’inizio della fase di calciomercato, tante sono le squadre che stanno pensando al talento nato nella rinomata scuola calcio del Real Casarea, ma lui vuol sentire parlare solo di Mondragone: “Io penso per il momento a quello che si sta facendo qui. Bisogna concentrarsi fino alla fine per il raggiungimento del nostro traguardo. Mi hanno convinto tutti ad accettare Mondragone, dai direttori al presidente Francesco Villano ed io voglio ripagare la fiducia anche dell’allenatore Vincenzo Carannante che mi sta dando una grande mano insieme a tutta la squadra. L’obiettivo di squadra viene prima di quello personale. E’ ovvio che fa gola fare tanti goal, infatti spero di segnare il più possibile ma mi auguro che la squadra arrivi ai play-off. Se sono così sereno dopo i tanti alti e bassi, devo dire grazie alla mia ragazza che mi fa sentire bene e mi dà tranquillità”.

Bruno El Ouazni (Foto Giuseppe Scialla)

I SUOI PREDECESSORI. Il girone A di Eccellenza è tra i più competitivi d’Italia, palcoscenico da cui sono partiti atleti come Badr Eddin El Ouazni, Michele Emmausso, Francesco De Felice, Francesco Russo e tanti altri che militano in Serie C. Una vetrina sotto gli occhi di tanti addetti ai lavori, che sono sempre alla ricerca di nuovi talenti: “Lavoro giorno dopo giorno per fare tale passo. Rispetto ai nomi citati sopra sono già stato in Serie C ma ho intenzione di tornarci. L’esordio a Catania è stato il momento più bello di tutta la mia vita, spero di ripetere un’emozione del genere”.

IL NUOVO DECOLLO. Dal ricordo del “Massimino” all’attualità del big match contro la Frattese di domani alle 14.30 allo stadio Conte: “Mi aspetto una partita tosta, che entrambe vogliono vincere. Ma noi, davanti al nostro pubblico, non vogliamo sfigurare”. Parole di un calciatore che ha toccato il satellite lunare, ha vissuto un atterraggio instabile ma ora ha tutta la voglia di decollare e ritornare in quel palcoscenico che sente ancora suo. E se continua così, con una media che solo pochi hanno messo a segno (Pasquale Carotenuto, Sasà Montaperto e Dino Fava Passaro negli ultimi anni con oltre trenta reti), può dimostrare che l’Eccellenza è solo di passaggio. La Luna lo aspetta.


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