Vitulazio, la dura replica del presidente Cuccari a ‘Calcio malato’



Achille Cuccari

Achille Cuccari, presidente del Vitulazio, risponde ad un duro attacco della pagina social ‘Calcio Malato’

Caro Anonimo,



Mi è stato riferito di essere stato da Te inserito in un elenco di “cattivi”, che settimanalmente pubblichi, su una Tua improbabile rubrica on-line dedicata al “Calcio Malato”. Così, per qualche settimana, assunta una adeguata dose di antiemetici, ho letto qualche “puntata” dedicata al “Calcio Malato”.

Ti dico subito, con franca schiettezza, che sono indignato di fronte a tanto veleno e che tu non hai titolo alcuno per sparlare e per gettare fango sugli uomini!

Tu hai capacità di elaborazione critica cosi spiccata che ben diversamente avresti potuto esprimere il tuo dissenso, senza bisogno di ricorrere ad una terminologia che vorrebbe umiliare, ma che invece umilia solo chi se ne fa autore  che, per di più,  si nasconde dietro lo schermo caro ai vili: l’ anonimato!

Dispiace dirlo, ma sei diventato solo un chiassoso e penoso e petulante commentatore con licenza di insulto!

“L’ identità sospesa”, dietro la quale ti nascondi, e non solo quella, non ti rende credibile: attaccare indiscriminatamente il mondo del calcio, farlo passare per una armata Brancaleone, per un verminaio di corruzione, per un mondo sgangherato dove non c’è più una persona colta e meritevole di rispetto, per un mondo dove abbondano solo mezze figure scelte più sulla base della docile devozione al capo che non per meriti intellettuali e culturali tutto questo, caro Anonimo, non ti è più consentito!

Non ti è più consentito anche perché “l’ identità sospesa” porta  con sé la pesantezza dell’ equivoco e la tua ipocrita contraddittorietà comportamentale: come sono lontani i tempi quando a me, Delegato Assembleare,  presentavi, con toni di entusiastica ammirazione e calorosa fiducia e adesione, i Vito Tisci e le Gabriella Lombi; e com’è altrettanto lontana quella piacevole serata conviviale passata con l’ ospite illustre di turno, il dottor Luigi Repace, col quale abbiamo amabilmente conversato ricordando con lui i miei trascorsi perugini.

E che dire della spasmodica tua ricerca di un “gancio” per arrivare al Nazareno, sede del PD (Partito Democratico, per intenderci), proprio tu che non sopportavi e meno che mai giustificavi vita, opere e soprattutto idee di coloro che stavano a sinistra! Che delusione, caro Anonimo!!!

E che pena quella malcelata tua voglia di guidare ancora le folle pallonare, quel Solone che ritieni di essere che è sempre pronto a vestire il lutto e a stracciarsi le vesti per le presunte violenze alle Norme del nostro mondo calcistico.

Sai, il comportamento furioso di un uomo irato, induce a sdegnarsi più con lui che con i suoi nemici. Ed è quello che sta capitando con te, vista la violenza cui sono esposti i tuoi nemici da parte di un iracondo come te.

Alludo, chiaramente, alla Presidenza nazionale e Regionale e a quanti sono sotto la tua maligna lente di ingrandimento, ai quali va la mia totale solidarietà.

No, decisamente non sei credibile, e questi articoli pieni di rancorosa tracotanza, oltre ad essere un insulto alla decenza e al senso della misura, sono soprattutto un alibi cui ricorri per giustificare il tuo fallimento!

Sono il velo dell’autoinganno questi articoli, che mascherano ai tuoi occhi la bruttezza della tua condotta!

Continua a schizzare fango, se la cosa ti diverte, e continua a denunciare tutto quanto ritieni di dover sottoporre al vaglio della Giustizia.

Abbi solo la pazienza di aspettare – la verità è figlia del tempo – e il buon gusto di non continuare ad ammorbarci, specie adesso che i Campionati iniziano. E’ chiaro che tu farai di tutto per seminare tensione e veleno. E noi, le Società, ti risponderemo con serenità e misura, con un ulteriore generoso sforzo che ridarà al Calcio campano la sua dimensione innocente e giocosa.

Per quanto mi riguarda, da oggi non sarai più “L’ ANONIMO”,ti chiamerò L’ARETINO,  perché anche lui, come Te, “di tutti parlò male fuor che di Cristo, scusandosi col dir non lo conosco”.

Ciao Aretino, ti saluto.

Dr. Achille Cuccari


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