Un piano per far fallire la Casertana, quattro anni di minacce e bugie. D’Agostino ha salvato un patrimonio dell’intera provincia



Il presidente della Casertana Peppe D’Agostino e la moglie Teresa (Foto Giuseppe Scialla)

Le dichiarazioni del presidente della Casertana Giuseppe D’Agostino hanno fatto rabbrividire i tifosi. A distanza di tanti mesi è stata svelata la verità, sono state svelate cifre incredibile che stavano portando al fallimento. Senza l’intervento dell’attuale patron i cancelli del Pinto sarebbero stati chiusi probabilmente per sempre. Un fallimento pilotato, un piano incredibile, quasi diabolico. La gestione della Casertana 2015-2016 ha prodotto oltre 1 milione di debiti. E dire che quella dirigenza sì fregiava di non avere alcuna pendenza. Invece per anni non sono state pagate tasse, Iva e contributi vari innescando un meccanismo pericolosissimo che avrebbe portato in poco tempo la Casertana sul lastrico o per meglio dire al fallimento. Un piano preciso, un piano studiato nei minimi dettagli dalla precedente gestione e da chi nell’estate 2016 rilevò la società rossoblù. Il presidente D’Agostino è stato chiaro forse fin troppo puntando l’indice contro quei carnefici che più di una volta avevano sventolato una finta casertanità illudendo migliaia di tifosi e l’intera provincia. Quattro anni di continue minacce “se non vi sta bene me ne posso andare” o ancora “siete una tifoseria da terza categoria. Se andiamo via noi il calcio a Caserta sparisce“. Una politica del terrore, tutti sotto lo schiaffo, tutti sulla corda. Chi non faceva parte della giostra veniva messo ai margini, come purtroppo è accaduto a più di un collega nel corso degli ultimi anni. Non era certo questa la Casertana che tutti si aspettavano dopo lo storico ritorno nei campionati professionistici. Si era gridato al miracolo sportivo considerando un ‘messia’ colui che solo pochi anni dopo avrebbe preparato un piano per lasciare il club sommerso di debiti. Il presidente D’Agostino è intervenuto a gamba tesa e ha letteralmente salvato la barca ormai destinata a sprofondare. L’ha strappata dalle mani di coloro che erano pronti ad affondarla e oggi i falchetti sono tra i modelli di tutta la serie C. D’Agostino è il presente ma soprattutto il futuro. E il presidente ama davvero questi colori, un casertano che senza alcun minimo interesse hai investito in 15 mesi quasi 4 milioni di euro una cifra paurosa, spropositata che solo chi è davvero innamorato può spendere. Cifra con cui molti club del girone C hanno speso per raggiungere  un quarto/quinto posto in classifica. La famiglia D’Agostino tutta, la signora Teresa che supporta il marito, un vero e proprio pilastro di questa Casertana. Preferisce non apparire ma è nell’ombra pronta a incitare e sostenere il marito. Se oggi i falchetti sono regolarmente in campo è solo merito loro. Questo deve far capire ciò che era la Casertana e ciò che è ma soprattutto che sarà. La gente deve rendersi conto che è meglio 10 anni di serie C occupando costantemente la parte sinistra della classifica possibilmente con una posizione a ridosso dei play-off che 20 anni in serie D, 20 anni di anonimato che hanno fatto perdere due generazioni di tifosi. In fondo il patron non chiede molto alla città: un piccolo sostegno, un incitamento, una presenza costante allo stadio per provare tutti insieme a recuperare la casertanità che purtroppo si è letteralmente smarrita, si è persa nel corso di decenni. Probabilmente tra 4-5 anni vedremo una Casertana molto più ambiziosa, una Casertana più competitiva, forse pronta per il grande salto. Però adesso bisogna stringersi tutti intorno a questa società e incitare il presidente, sostenerlo e dire grazie per averci salvato.




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