L’ex Scifo non dimentica: “Trapani-Casertana che sfida. Con i falchetti esperienza indimenticabile ma quella promozione in C1 in granata…”



Marco Scifo

Trapani-Casertana hanno diversi ex in comune. Uno di questi è Marco Scifo, esperto difensore che vinse un campionato con i siciliani e indossò solo per sei mesi la maglia rossoblù. Ricordi nitidi per lui che oggi ha preferito non continuare nel mondo del calcio. “Ho preferito restare alla larga da questo sport – esordisce – perché oggi c’è tanta improvvisazione e poca organizzazione I presidenti non sono uomini di calcio e si affidano spesso a dirigenti i persone che si avventurano in questo settore. I risultati non arrivano e i progetti saltano. Oggi il calcio è cambiato molto, più tattico, più complicato e difficile sotto tutti i punti di vista. Se non hai un buon allenatore non vinci, non ti salvi o non vieni promosso. Il tecnico deve essere bravo a far parlare tutti la stessa lingua, sincronismi in ogni settore. Ad esempio ho avuto Auteri e lui è un tecnico vincente, ideale per chi vuole fare il salto di categoria. Ho girato molte piazze ma ho notato tantissima disorganizzazione”.

Scifo e Zottoli contro la Scafatese nel 2001

Sia in Sicilia che in Campania comunque due esperienze positive: “Specialmente a Caserta – ammette Scifo – ho trascorso uno dei periodi più belli della mia carriera. Trovai un ambiente molto ben organizzato, ognuno al proprio posto dai magazzinieri a tutto il materiale di lavoro. Davvero eccezionale.  Purtroppo non vincemmo il campionato anche se c’erano tanti calciatori abituati a farlo. Io avevo vinto pochi mesi prima a Barcellona Pozzo di Gotto con l’Igea Virtus. C’erano Pirozzi, Genco, Zottoli, un bravo allenatore come Corrado Urbano. Arrivai a stagione in corso e non riuscimmo a recuperare il gap”. Con il Trapani invece tutt’altra musica: “Avevo vent’anni, pur giocando poco (sei sette gare) contribuì alla promozione in C1. C’era Arcoleo in panchina, Vasari, Barraco, un gran bel gruppo. Come finisce sabato? A Trapani non è facile per nessuno. Hanno un tifo caldo ed esigente, un po’ come a Caserta. Però lo stadio ti trasmette una carica enorme che può valere come un dodicesimo uomo sul terreno di gioco. Sarà dura per la Casertana, ma il pronostico non è chiuso”.




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