L’Aversa per ora resta a Spezzaferri, ma preoccupa il futuro del club



Giovanni Spezzaferri presidente dell’Aversa

Il destino dell’Aversa Normanna è appeso ad un filo. L’imprenditore Guglielmo Pellegrino, dopo tanti proclami e buone intenzioni manifestate dopo le dichiarazioni di cessione della società da parte di Spezzaferri, ha fatto un inaspettato passo indietro, proprio quando ormai sembravano mancare solo le due firme in calce all’atto notarile. In verità l’appuntamento dal notaio saltato la scorsa settimana per sancire l’ufficialità del passaggio, aveva fatto sorgere dei dubbi, confermate poi dalla circolazione di voci che i professionisti di Pellegrino avevano, di fatto, sconsigliato di portare a termine l’operazione. Alla fine, quindi, Pellegrino ha deciso di non investire più nella società granata. La sensazione che si ha è che l’imprenditore non si è sentito di fare un passo più lungo della gamba. L’Aversa Normanna quindi resta una creatura di Spezzaferri. Il patron aversano, a cui si deve tantissimo per aver fatto vivere emozioni sportive uniche ai tifosi aversani, difficilmente iscriverà la squadra al campionato di serie D. Il rischio di scomparire dal panorama calcistico nazionale c’è. L’alternativa di ripiego è ripartire da campionati dilettantistici inferiori e, questa circostanza, non dispiace a Pellegrino. L’amarezza di Spezzaferri e Pellegrino, per non aver concluso la trattativa, fa da contraltare a quella dei tifosi normanni che più volte hanno cantato ad alta voce che “Aversa merita di più”. Intanto c’è Spezzaferri che fa notare la solidità economica della sua squadra perché “l’unico debito certo formalmente, e sicuramente non di svariati milione di euro, è oggetto di contenziosi con Equitalia. La maggioranza delle società sportive e delle aziende italiane ha delle vertenze con Equitalia, questo è il motivo per cui vengono emanati a più riprese provvedimenti legislativi per concordare e aiutare le transazioni, per contro la nostra società ha un patrimonio attivo costituito dal parco calciatori, beni mobili, crediti con la Lega e società, convenzioni, varie attività di gran lunga superiore al presunto debito. Il debito con il comune di Aversa di circa 65 mila euro, non è stato nemmeno oggetto di richiesta formale tanto che ad oggi non esiste alcun decreto ingiuntivo o richiesta giudiziale, mentre la nostra società ha inoltrato formale citazione per circa 300 mila euro. Altri fornitori che lamentino crediti non ne esistono. Pertanto il paventato rischio di fallimento allo stato attuale non esiste assolutamente”.




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