L’ANALISI. Difesa impenetrabile e mediana produttiva per il Gladiator. Rammarico per l’attacco poco incisivo e per l’ingresso tardivo di Criniti



Neroazzurri in campo (foto Michele Grassi)
Neroazzurri in campo (foto Michele Grassi)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Come ha dichiarato l’allenatore ospite Seby Catania “non è che si possono vincere tutte le partite”. Una frase che riguarda la Sicula Leonzio almeno quanto il Gladiator. Perché se è vero, come è vero, che i lentinesi hanno avuto chance ghiotte con Ricciardo e Savanarola ma sono andati a sbattere in diverse fasi contro il muro innalzato dalla retroguardia sammaritana, capeggiata da Lagnena e Maraucci in gran stato di forma, dall’altra parte il team del dg Salvatore Bruno D’Anna e del ds Antonio Governucci ha avuto a disposizione almeno tre chance per siglare quello che molto probabilmente sarebbe stato il goal decisivo e capitalizzare la terza vittoria consecutiva dopo l’investitura di Teore Grimaldi come allenatore.

CARPE DIEM. Nella prima frazione Giuseppe Anzalone, attaccante classe ’97 rispolverato dopo il silenzio sulla sua figura nella gestione Squillante, è stato cercato diverse volte ma in ogni circostanza, in un modo o nell’altro, non è stata sfruttata l’occasione. Mentre Gianmarco Tedesco ed Antonio Libero Del Sorbo erano marcati da cani da guardia come Lomasto, Orefice e Cacciola, con cui hanno fatto a sportellate per tutta la partita, Gatta e Marzullo hanno insistito i lanci verso Anzalone, individuando nel terzino destro bianconero Milizia il punto debole della retroguardia. Ed in effetti lo è stato, anche se va detto che Milizia si è disimpegnato bene, negando sistematicamente al diretto avversario la giocata e difendendo con ordine. E lo stesso difensore diventerà determinante ad un quarto d’ora dalla fine, quando ha salvato la sua porta dalla zampata a colpo sicuro di Del Sorbo.



ASSALTO FINALE. Durante la partita sono stati tanti gli episodi che potevano diventare favorevoli, se concretizzati. Ma è sempre mancata quella lucidità tale da stravolgere il risultato. E’ accaduto al 25° quando Tedesco ha pennellato una gran palla per lo stesso Del Sorbo, il quale non ha avuto la forza nello stacco per angolare la sfera: in quel caso Vitale è stato graziato. Nella ripresa, invece, la già citata zampata dell’ariete di Castellammare di Stabia, l’inzuccata di Maraucci e soprattutto la palla vacante a pochi passi dalla linea, con Vitale fuori area, giurano ancora vendetta. Occasioni di un Gladiator che ha tenuto testa ad una buona squadra come la Sicula Leonzio, anche se qualcosa in più poteva essere fatto, considerate le cinque assenze importanti dei bianconeri.

IL CENTROCAMPO RIFIORISCE. Finalmente a distanza di giornate, il centrocampo ha prevalso nel confronto con gli avversari, per larghi tratti della prima frazione. L’inserimento di Marzullo ed il recupero quasi completo di Gatta regalano quella dose di qualità e fantasia che viene poi protetta dallo schermo di Odierna, il tuttofare neroazzurro che ha dei polmoni immensi e che per caratteristiche sembra simile ad Alessandro Florenzi, ovviamente fatte le giuste proporzioni. Per circa sessanta minuti la mediana siciliana ha sofferto, poi quando ad inizio ripresa sia Gatta che Marzullo sono calati come rendimento, Grimaldi è corso ai ripari, inserendo Fontanarosa e Leone, al ritorno dopo l’infortunio di Gela. Mosse tattiche giuste al contrario di quella titubanza mostrata nell’inserimento di Criniti.

L’INGRESSO DI CRINITI. Dodici minuti più quattro di recupero sono troppo pochi per l’esterno argentino per far valere le sue caratteristiche. E’ ovvio, ci mettiamo nei panni del mister, che l’intento era quello di non stravolgere lo scacchiere in un momento in cui la Sicula Leonzio stava conquistando la predominanza del campo, ma l’entrata di Criniti ha garantito alla squadra quella freschezza in fase offensiva che era mancata per tutto il secondo tempo. E se ben tre azioni pericolose sono state create nell’ultimo quarto d’ora, gran merito va dato a lui. Un vero peccato perché “El Diablo” ha le qualità ed il soprannome per spezzare in due il match. Doti che a Santa Maria Capua Vetere non ha mai espresso e che i tifosi si augurano di vedere quanto prima. Soprattutto nel prossimo match di Torre del Greco, quando l’assenza di Del Sorbo obbliga Grimaldi a rivedere il tandem offensivo. E qui Criniti scalpita per ritornare ad essere l’arma letale che tutti conoscono.


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