Niente medaglia per il sessano doc: Brasile fuori dal podio alle Olimpiadi di Rio 2016



Un'immagine di Brasile-Canada
Un’immagine di Brasile-Canada

Non arriva la medaglia per Aristide Guerriero e il suo Brasile del rugby a 7 femminile. Le padrone di casa non riescono a sorprendere gli addetti ai lavori e il pubblico ed escono al primo turno dopo il girone iniziale. Un brutto stop, ma di fronte c’erano comunque grandi corazzate come il Canada, che ha conquistato il bronzo, e la Gran Bretagna, sconfitta nuovamente proprio dal Canada nella finale 3° e 4° posto. Le atlete brasiliane allenate da Chris Neil e dallo Specialista nell’allenamento e nel condizionamento della forza Aristide Guerriero non sono riuscite a bissare il terzo posto ai giochi panamericani di qualche mese; brutta sconfitta al debutto contro la Gran Bretagna per 29-3 che ha pregiudicato il cammino. Nella seconda gara le atlete verdeoro non riescono a mettere nemmeno un punto a segno contro il Canada, sonora sconfitta per 38-0 che elimina le brasiliane dalla zona medaglia. Nell’ultima gara arriva il primo successo per le brasiliane che battono il Giappone per 26 a 10 e si classificano al terzo posto nel girone ed accedono, come tutte le squadre eliminate, ad una sorta di mini-torneo per decidere la squadra classificata al nono posto. Nella semifinale le brasiliane abbattono la Colombia con il risultato di 24-0, accedendo così alla finale per il nono posto, ancora contro il Giappone. Una gara splendida, giocata magistralmente dalle brasiliane, insieme alla spinta del pubblico di casa, e vinta con il rotondo risultato di 33-5; arriva così il nono posto per il Brasile e per Aristide Guerriero, il Sessano entrato nella storia come primo “figlio di Sessa Aurunca” presente nella manifestazione a cinque cerchi. Il risultato sportivo passa quasi in secondo piano, l’esperienza di vivere la più importante manifestazione del pianeta ripaga anche più di una medaglia d’oro, il giovane sessano avrà sicuramente la possibilità, si spera, di ripetere quest’esperienza. Magari con la nazionale italiana, questi talenti devono essere un nostro patrimonio.




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