La Juve Caserta chiamata all’impresa più grande della sua storia



Antonutti in azione contro Capo d'Orlando (foto Filauro)
Antonutti in azione contro Capo d’Orlando (foto Filauro)

Quando lunedì sera, a meno di un minuto dalla sirena dell’Adriatic Arena, la Vuelle Pesaro era avanti sulla Dinamo Sassari, ormai il ‘de profundis’ stava già suonando i primi rintocchi. Poi, per fortuna, il grande ex Jeff Brooks, con due stoppate consecutive, ha lanciato gli isolani verso la sofferta vittoria sui marchigiani che già pregustavano la nuova impresa. Quella che sarebbe risultata, francamente, decisiva per la salvezza. Ed, invece, è ancora possibile un miracolo per la Juvecaserta che, dopo le incoraggianti quattro vittorie consecutive, ha infilato tre stop in fila oltre a beccarsi un punto di penalizzazione per l’arcinoto errore del club nel pagamento dell’Irpef. Una nuova mazzata che ha minato la ritrovata serenità del gruppo sotto la guida di coach Enzo Esposito. Va dato atto ed onore al Diablo di aver sempre rispedito al mittente le domande sul possibile condizionamento di questo -1 sul morale della sua squadra. Esposito non si è mai trincerato verso questo ne ha mai pianto per le assenze che, di volta in volta, gli hanno limato il roster a disposizione. Anche domenica, pur privo del faro Domercant, Esposito non si è giustificato davanti alla meritata sconfitta contro l’Upea Capo d’Orlando. Ha continuato a dire che ci crede, che vuole farcela e che il gruppo non si è arreso. Nove giornate, bisogna recuperare due partite su Pesaro in otto turni ed andare a giocarsi tutto all’Adriatic nell’ultima giornata. Senza fare calcoli, senza guardare l’avversario. Caserta è chiamata a compiere l’impresa più grande della sua storia: anche più dello scudetto del 1991. La Juve è nel fossato, ma c’è ancora una speranza. Cantù è avvisata.




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