Divorzio dal Gladiator, Massimo Savoia apre il cuore: “Mi dispiace tantissimo ma ……..”



Massimo Savoia
Massimo Savoia

Massimo Savoia è abituato a metterci la faccia in tutto quello che fa. Nell’intervista da noi realizzata, il segretario casertano cerca di spiegare i motivi che a malincuore lo hanno indotto ad abbandonare il club neroazzurro. La sua passione per il Gladiator ha sempre avuto proporzioni spropositate, sin da quando lo ha affrontato da avversario. L’ingresso in società, le soddisfazioni da esperto delle carte sportive, la salvezza nell’estate del 2014 sono momenti a cui egli non avrebbe mai voluto porre fine. Poi qualcosa è cambiato. Nonostante sia stato l’artefice dell’approdo della famiglia Ongari in società, Savoia non ne ha condiviso scelte, modo di fare e tanto altro. Così da gennaio ha maturato l’idea di abbandonare la sua carica di segretario. Tanti tifosi sono rimasti delusi dal suo comportamento e continuamente lo attaccano, senza sapere le motivazioni di un addio che egli non avrebbe mai voluto. Con queste parole Massimo Savoia mette una pietra sopra al rapporto con il club della città del Foro, ma prova a far capire ai tanti che lo hanno sostenuto in questo anno e mezzo che le responsabilità di questo divorzio sono altrui. Passo finale di un rapporto che difficilmente ha funzionato e che ad inizio 2015 è arrivato ad un punto di non ritorno.

Mi dispiace moltissimo, ho lavorato tantissimo quando ho tolto l’A.S.D. San Felice Gladiator dalle mani del commissario straordinario Francesco Stellato, dandogli una denominazione più consona alla storia sportiva del Gladiator e cioè A.S.D. Gladiator 1924, con un cambio di sede sociale, a norma dell’art.18 delle N.O.I.F.,  avvicinandola da San Felice a Cancello a Maddaloni per poi negli anni successivi  riportarla nella sua sede di appartenenza e cioè Santa Maria Capua Vetere in Via Mazzocchi, 109/112.



Ho lavorato moltissimo per trasformare, poi, il mio Commissariamento in una Società con ruoli istituzionali preminenti di una Società di calcio.

Non ho goduto nell’estate 2014 di un giorno di mare per salvare una società prossima a scomparire accollandomi l’onere, con sacrifici personali, di pagare vertenze di calciatori pari a 9.000,00 euro e che grazie a ciò la F.I.G.C. mi ha consentito di iscrivere la società al campionato regionale di Eccellenza 2014/2015.

Dopo estenuanti incontri con la famiglia Ongari a cui facevo presente il pagamento delle vertenze, dell’esborso sostenuto per divenirne il commissario straordinario della società e salvare una creatura prossima al fallimento totale;

dopo impegni presi con gli stessi per il rimborso di quanto versato e non mantenuti e per divergenze societarie sul normale lavoro d’istituto degli uffici che compongono una società di calcio, ho maturato questa sofferta decisione perché ogni sforzo per cercare di far capire determinate cose risultava vano.

Io il calcio lo vedo sotto un’altra ottica.

Chiedo scusa ai tifosi ma non ce la facevo più. La mia stima per loro resterà intatta e gli vorrò sempre un gran bene e li ringrazierò sempre perché anche nei momenti bui hanno sempre fatto sentire il loro attaccamento e calore per la società, come non dimenticherò mai l’applauso che mi dedicarono all’ingresso in campo alla prima partita di campionato, come salvatore della patria. Fu una grande emozione. Un bacio a tutti”.


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