Atripaldi e la calma dei forti

Lo avevano detto più e più volte a partire dalla stessa conferenza stampa post Pistoia, che al momento giusto e con il giocatore giusto, la Juve non avrebbe atteso o perso tempo nel rincorrere obiettivi che potevano trasformarsi in chimera. Detto, fatto. A confermarlo non sono stati solo i fatti, visto che il comunicato della firma della nuova guardia tiratrice, cosi come il suo contratto, sono in cassaforte ed in archivio già da un paio di settimane, ma anche lo stesso uomo cardine nella direzione delle operazioni di mercato: Marco Atripaldi. Il giemme bianconero, infatti, è intervenuto nella mattinata di lunedì alla trasmissione di Deejay on tour insieme al presidente, non solo come esempio e rappresentante di una delle eccellenze di questo territorio, ma anche parlando nel dettaglio della Juve e dei suoi obiettivi. «E’ stata un’occasione, una di quelle che non puoi lasciar passare o sulla quale puoi pensare o rimuginare più di tanto». E’ stato questo il primo commento del dirigente ex Biella interrogato sulla questione futuro e quindi nuova squadra. Ed in effetti i numeri e le prove video di Frank Gaines, al momento non possono smentirlo. Non possono perché Caserta si è portata a Pezza delle Noci un giocatore che ben o meglio si adatta alle caratteristiche dei prossimi compagni di squadra e alla voglia di coach Molin di fare un passo in avanti all’interno del basket giocato rispetto allo scorso anno. Un passo rappresentato dall’equilibrio tattico, dall’equilibrio offensivo tra le varie caratteristiche personali, ma soprattutto un passo in avanti nella concretezza di punti che si mettono sul tabellone. Per fare un paragone con lo sport in voga in questo periodo ‘mondiale’ la decisione è stata quella di assegnare un attaccante pronto a finalizzare le tante occasioni da gol create durante la partita. Quello che in gergo calcistico si chiama top player, quello che nella pratica risolve con un tocco, una giocata o semplicemente con quel senso o istinto offensivo che toglie le castagne dal fuoco nel momento di difficoltà. Tornando al basket e nel caso di specie alla Juve, quindi, quello che è mancato a Brindisi, quello che è mancato nelle due sconfitte che forse sono costate i playoff e cioè Bologna e Varese, ma in generale all’interno di tutte quelle trasferte dove Caserta ha fatto fatica. Gaines è quel tipo di giocatore. E’ in grado di crearsi da solo un tiro partendo dal palleggio, è in grado di attaccare il ferro anche se con meno atletismo ed esplosività di Roberts, ma soprattutto sembra essere più in grado del figlio del Texas, di trasformare i passaggi di Moore in assist con canestri anche a difesa schierata. Il suo essere attaccante i tanti modi differenti, di sicuro attirerà le attenzioni dei difensori, che non potranno lasciare qualche passo di distanza al nuovo arrivato cosi come accadeva nella scorsa stagione con Roberts preferendo più un tiro da fuori che essere poste rizzati da una sua schiacciata devastante. Questo, dunque, permetterà di aprire spazi, di creare le giuste spaziature anche per tiratori come Scott, ma soprattutto spazi per chi ha imparato ad attaccare il ferro in palleggio come Vitali. Insomma un prototipo diverso da Roberts, ma forse con un denominatore comune: la voglia di emergere. Lo stesso denominatore che Marco Atripaldi ha voluto sottolineare: «Quello che ci ha colpito è stato il fatto che è un giocatore che vuole imparare ancora tanto. Questo è un qualcosa per noi molto importante. Qui torno al discorso principale –ò ha concluso il giemme della Juve – anche per questo è stata uin’occasione da non perdere e che abbiamo chiuso in netto anticipo rispetto a chiunque altro, visto che l’accordo l’abbiamo trovato a fine maggio. Ora ci diamo del tempo per valutare, per pensare, ma soprattutto per vedere cosa succede su un mercato che al momento è fermo. Ci mancano due soli giocatori e siamo appena alla fine di giugno. E’ un lusso che ci permette di essere al pari e non in ritardo nella corsa contro il tempo».