Juve, niente corsa contro il tempo



Lo staff bianconero (Foto Buco Juvecaserta.it)
Lo staff bianconero (Foto Buco Juvecaserta.it)

La fretta è cattiva consigliere e la notte porta consiglio. Due classici detti messi assieme per cercare di fotografare al meglio quella che è la situazione del club di Pezza delle Noci sul mercato dei giocatori. Un momento in cui la Juve e principalmente la coppia formata da Atripaldi e Molin, possono permettersi di stare li alla finestra, comodamente seduto e stare a guardare quello che succede tra i corridoi di basket mercato in attesa di muovere e di battere il proprio colpo. Tutto questo perché la Juve è riuscita a muoversi per tempo, è riuscita ad anticipare tutto e tutti in quelle che erano le proprie mosse in modo di presentarsi alla bagarre del mercato di luglio non solo con le idee chiare dal punto divisa tattico, ma anche da quello economico con possibilità di capire e di scegliere in che tipo di trattativa intromettersi oppure quale cercare di tirare via dalle grinfie degli avversari diretti. Insomma un qualcosa che l’entourage bianconero ha già fatto con Frank Gaines con la dirigenza casertana che si è mossa nell’ombra e senza scomporsi, in modo tale da aggirare qualsiasi tipo di accorgimento da parte delle altre contendenti. Una mossa scaltra che aveva avuto i suoi frutti già nel passato recente, anche se sotto diverse forme. Si pensa alla riconferma di Moore, che dopo nemmeno qualche settimana di allenamenti e qualche partita, era già diventato un’idea anche per la stagione successiva. Un’idea che si è concretizzata grazie alla concretezza (e scusate il giro di parole) del playmaker statunitense in campo e soprattutto alla corrispondenza del suo basket a quelle che sono le idee cestistiche di coach Molin. Ed allora ecco i passi necessari, ecco le mosse utili per convincere il folletto di Philadelphia che la città della Reggia e la Juve era ancora il binomio migliore per mettersi in mostra nel Vecchio Continente dopo la l’esperienza poco felice – non per meriti sportivi – in Ucraina. Anche qui tutto sotto traccia, tutto con discrezione per poi arrivare all’accordo finale. Lo stesso che è arrivato con la promozione in quintetto base per Scott, che però aveva un contratto già in essere con la Juve, cosi come Vitali che però dopo la sua annata, i suoi progressi e le convocazioni in Nazionale, poteva essere anche oggetto di desiderio di altri. Ma la Juve non si è scomposta, ha sempre guardato ai propri obiettivi e messo sul piatto della bilancia il suo più grande mezzo di convincimento: il campo e una vetrina gigante sul campionato di LegaA. La stessa a cui sicuramente il talento della Florida non ha saputo dire di no, quando si è iniziato a parlare della possibilità di chiudere in tempi brevi, ma soprattutto anticipati sulla normale tabella di marcia del mercato. Già perché avere sette giocatori sette giocatori firmati, avere una squadra che per essere pronta all’appello dei nastri di partenza manca di due soli elementi con poco più di una decina di giorni per concludere il mese di giugno, è un qualcosa in più che semplice oro colato. Ed allora per gli ultimi due tasselli del mosaico si può anche aspettare, si può anche guardare quello che accade intorno e capire e studiare le varie dinamiche, in attesa ovviamente del momento clou: le Summer League,. A dire il vero il momento cruciale dell’estate resta sempre uno: Las Vegas. Sarà nel deserto del Nevada tra una monetina in una slot machine giusto per tentare la fortuna, che tutti gli operatori si ritroveranno faccia a faccia per parlare di questo o di quel giocatore, di questa o di quella offerta o nel caso della Juve di questo o quel palcoscenico inteso come trampolino di lancio verso una carriera con soddisfazioni europee. E se la parola degli addetti ai lavori casertani non bastasse, allora Atripaldi potrà mettere in tavola i fatti, con prima di tutti il nome ed il cognome di Jeff Brooks che attraverso il bianco ed il nero d Caserta si è consacrato come uno dei giocatori più forti nel ruolo di power forward nel campionato tricolore. Merito del giocatore, ovviamente, ma soprattutto di chi gli ha consegnato le chiavi della squadra e la possibilità di dimostrare di essere un top player.




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