Il Gladiator e le retrocessioni: un legame duraturo nel tempo



Una vecchia formazione del Gladiator, guidata da Stefano Cappiello e capitanata da Luigi Pezzullo
Una vecchia formazione del Gladiator, guidata da Stefano Cappiello e capitanata da Luigi Pezzullo

In attesa di conoscere maggiori sviluppi sulle vicende riguardanti il futuro del Gladiator, tocca fare un passo indietro e riportare alla memoria alcuni tra i momenti più brutti della storia neroazzurra. Quella di quest’anno è stata una delle pagine nefaste di novanta anni di calcio all’ombra dell’Anfiteatro, ma di certo non è l’unica. Di fallimenti, di mancate iscrizioni e di retrocessioni se ne sono viste tante nella città del Foro: undici sono le volte in cui il club neroazzurro ha dovuto abdicare alle problematiche di tipo calcistico ed economico e ripartire l’anno seguente da categorie inferiori. Così come non vanno dimenticate le promozioni ed i ripescaggi, di cui si è usufruito rispettivamente in dodici e tre casi. Ora si è parlato da un punto di vista generale, ma è doveroso entrare nel dettaglio e specificare quanto i momenti bui abbiano infierito sulla passione dei tifosi sammaritani.

Vent’anni dopo. L’ultima retrocessione del Gladiator, ovviamente mettendo da parte il fallimento dell’estate 2003, risale alla stagione 1993-1994. Esattamente venti anni fa, i neroazzurri giunsero quindicesimi nel raggruppamento di Eccellenza e scesero in Promozione, dopo due anni di permanenza. In compagnia del Castelvolturno e del Real Aversa, gli Audaci lasciarono quella categoria che era stata inaugurata da appena tre anni e che era stata inserita come terra di mezzo tra l’Interregionale e la Promozione. Era quello uno dei periodi meno stabili del club, con i fasti dell’epoca Vollero che erano definitivamente alle spalle, mentre si sono succeduti in pochi anni sulla poltrona principale i vari Lattarulo, Pappacena ,Giovanni Pimpinella e Armando de Nigris: questi ultimi due riescono ad evitarne la scomparsa, prima dell’arrivo alla guida di Alfonso Salzillo.



L’epoca Vollero. Premendo il tasto reset e tornando indietro ai primi anni ottanta, non può essere infatti dimenticato il doppio anno di permanenza in Serie C2 che avvenne grazie all’avvento dei fratelli Vollero: professionismo che fu conquistato dopo ben undici  anni di permanenza in Serie D (dal 1973-74 al 1983-84). Il Gladiator militò per due anni in Serie C2 (stagione 1984-1985 e 1985-1986), condotto dal “kaiser” Franco Villa, dal portiere Elefante, dai vari Di Costanzo, Carannante, D’Agostino, Cappiello, dal bomber Di Baia, dal centrocampista Fratini, dal bomber Puntureri, dai fratelli Francesco “Chicchino” e Salvatore Di Rienzo (entrambi sammaritani doc). Negli anni successivi, dopo l’addio dei fratelli Vollero, il Gladiator subisce una doppia retrocessione: prima scende in Serie D e poi in Promozione.

Il declino. E’ comunque tra il 1950 ed il 1960 che il club della città del Foro non riesce a trovare una stabilità concreta ed infatti si girovaga tra la Promozione, la Lega Campana, la Prima Categoria ed anche la Seconda Categoria. Scendendo nel penultimo gradino del tabellone calcistico campano, tra il 1963 ed il 1967, i neroazzurri cadono nel momento più basso della loro storia, cui viene posto fine solo nella annata 1967-1968, grazie alla fusione con il titolo della Juve Sammaritana che allora militava in Promozione.

Il sogno mai avverato. Ma, parlando con i tifosi più anziani dello stemma gladiatorio, risale alla stagione 1945-46 il dolore più forte. Ovviamente nulla rispetto all’infamia della seconda guerra mondiale appena conclusa, ma dal punto di vista calcistico si arrivò ad un passo dall’avverare un sogno. Nella primo campionato disputato dopo la grande guerra, i neroazzurri arrivarono primi a pari merito con il Benevento, nel girone D (quello centro-sud) della Serie C. I problemi economici impedirono all’allora società di partecipare alla Serie B, così la Lega dispose la retrocessione automatica in Prima Divisione. Un traguardo che non è mai stato conquistato dal sodalizio sammaritano e che avrebbe dato ben altro lustro alla squadra sorta all’ombra dell’Anfiteatro. Con questo articolo è stata fatta una bella panoramica di quella che è stata la storia del calcio a Santa Maria Capua Vetere. Con la speranza che di retrocessioni e fallimenti non se ne parli più nei prossimi anni. A partire da codesta estate che si presuppone sarà caldissima per gli aficionados del Gladiator, i quali sognano di essere ripescati in Serie D. Si tratta di un sogno, ma anche l’ipotesi Eccellenza non è da scartare: l’importante è non scomparire.


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