Juve: conosciamo meglio Ronald Moore



Ronald Moore
Ronald Moore

L’attesa è finita: si doveva aspettare quarantottore dalla conferenza stampa del venerdì di coach Molin – il quale ‘timidamente’ aveva accennato a questa deadline per poter portare all’ombra della Reggia non solo il sostituto di Hannah, m anche quello di Duhon – e alla fine quarantottore sono state. Ovvio che il countdown non è terminato al momento della stesura di quanto segue, ma da quello della conclusione della trattativa che ha portato dal pomeriggio di ieri a Caserta Ronald Moore. Una trattativa che sicuramente ha avuto un solo attimo di pace nei quarti di partita giocata in quel di Roma, con il giemme sempre alla ricerca Atripaldi della classica occhiata al cellulare e degli ultimi messaggi di conferma. Il tutto, però, sembra aver avuto una sorta di impennata tra domenica notte e la giornata di lunedì, considerando che è stato lo stesso giocatore a darne notizia nel modo in cui tutti gli americani sono abituati: attraverso Twitter. A dire il vero di tweet ce ne sono stati parecchi nel tardo lunedì italiano. ‘Cinguettii’ che sono giunti fino agli aficionados di Terra di Lavoro. che sono tornati ad essere in fibrillazione tra ricerche web e di video di colui che aveva appena annunciato il suo arrivo in Italia. “Next stop Italy” dove ‘Italy’ era rappresentata dalla classica bandiera tricolore. Questo il primo tweet che ha scatenato tutta una serie di domande e risposte che comprendevano ex compagni di squadra in Ucraina, Polonia ed Ungheria, tifosi bianconeri con la classica domanda ‘giocherai con Caserta?’, ma soprattutto un ex compagno di College e che in Italia un piccolo spazio se l’è già ritagliato con la Scavolini Pesaro, come Anosike. Il tutto ha avuto maggiore conferma quando una delle tante conversazioni è terminata con la frase di dover lasciare l’America dove era tornato per qualche giorno, per raggiungere la sua nuova destinazione. E l’Italia Moore l’ha raggiunto, appunto nella giornata di ieri, dando definitivamente avvio alla sua nuova parte di carriera. Una carriera che lo aveva portato alla ribalta del basket a stelle e strisce quando indossando i colori di Siena University si è conquistato il titolo di quarto miglior assistman della storia del College. Una nomea che aveva fatto il giro di tutti gli scouting report della Nba presenti ad ogni sua partita, ma che non è riuscita ad essere superiore al suo più grande neo per tentare il classico passo da pro in patria: l’altezza. Su tutti, infatti, c’era scritto ‘undersized’ (stando ai numeri del web il figlio di Philadelphia sia alto intorno all’1,80), poca attenzione dalla Nba e quindi ecco arrivare la decisione di attraversare l’oceano con particolare attenzione al lato est dell’Europa. Polonia, Ungheria, Slovacchia ed infine in la scorsa estate l’accordo con il Čerkasy in Ucraina. Un accordo a cui è stato messo fine a seguito degli eventi che negli ultimi tempi stanno sconvolgendo l’intero territorio ucraino. Stando a quanto lo stesso Moore ha raccontato in una intervista a News10 della Abc, quello che ha portato a considerare la sua incolumità molto più importante del basket e dello sport è stato quando a pochi isolati dalla casa in cui viveva c’era tantissima gente raccolta per le strade e la polizia tentava di disperdere tale fola con l’uso della forza, oltre a quanto accaduto al Municipio di Čerkasy. Insomma ancora una volta una sliding doors, ancora una volta una serie di eventi concatenati che hanno portato alla scelta del nuovo giocatore bianconero, con la speranza, ovviamente, che quelli in Ucraina possano avere fine quanto prima. Un giocatore che in termini tecnici ha non poche somigliane con Stefhon Hannah, specialmente nella parte in cui si parla di visione di gioco. Definito dagli addetti ai lavori come una vera point guard con la capacità di punti nelle mani, ma anche di crearne per i propri compagni. Dal pick and roll o in transizione fa poca differenza, la sua attitudine agli assist, gli permettono di trovare sempre l’uomo giusto al punto giusto che sia in corsa, sopra al ferro o negli angoli, con grande trattamento della palla (8,3 gli assist a Čerkasy). Un giocatore con il vizietto del tiro da tre punti (36.5%) e dei rimbalzi catturati grazie all’agilità ed atletismo che si ritrova nelle gambe. Insomma in termini d descrizione il pezzo mancante sullo scacchiere di coach Molin, che ora torna ad essere completo, con tutto l’entourage bianconero impegnato a mille per espletare tutti gli incartamenti necessari per permettergli di scendere in campo già a partire dal derby di domenica prossima contro Avellino. 




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