Gennaro Monaco: “Casertana sempre con me, Lombardi come Cuccaro e quello spareggio di Ascoli…”



Gennaro Monaco ospite di 'Extra Time'
Gennaro Monaco ospite di ‘Extra Time’

Tre stagioni in rossoblù. Ha vissuto intensamente quella grande Casertana contribuendo in maniera decisiva alla promozione in serie B. Parliamo di Gennaro Monaco, difensore e ora allenatore che è intervenuto lunedì sera nel programma di Teleprima ‘Extra Time’. «Il mio rapporto con Caserta e la Casertana è stato a dir poco stupendo. Tre anni indimenticabili, specialmente i primi due. Un entusiasmo dilagante, la gente per strada ci fermava per gli autografi, ristoranti e pizzerie che ci offrivano l’impossibile. Furono gli anni d’oro dello sport cittadino perché in quel periodo la Juvecaserta era fortissima e spesso ci ritrovavamo con Gentile ed Esposito a mangiare insieme ai tifosi. Se il mio nome è nella storia di questo club è tutto merito del presidente Cuccaro che mi volle fortemente a Caserta. Mi pagò 550 milioni delle vecchie lire, la stessa cifra che i toscani pagarono all’Ischia. Fu un gesto di grande stima che non dimenticherò mai. Ricordo perfettamente quell’anno perché la partenza fu negativa. Due sconfitte di fila, il cambio di allenatore. Una serie di pareggi che ci allontanarono parecchio dalle zone alte della classifica. In quegli anni con la regola dei due punti era difficile risalire. Dopo Monopoli subimmo un’accesa contestazione da parte dei tifosi. Tornammo al Pinto e discutemmo parecchio con loro. Avevano ragione perchè una squadra come quella non poteva non lottare per il vertice. E da quel momento inanellammo diciotto risultati utili consecutivi che ci portarono in serie B. Fu una qualcosa di indescrivibile. Tornammo da Terni con un netto 6-2 e la città di portò in trionfo. Chiudemmo al primo posto, fu un’impresa senza precedenti. E le emozioni continuarono anche d’estate quando incontrammo l’Inter mondiale. Dopo aver perso di misura a Cesena, sfiorammo l’impresa al San Paolo di Napoli recuperando dallo 0-2. Mi dispiacque solo non aver partecipato alla scazzottata nel sottopassaggio degli spogliatoi con Ferri e Berti, sarebbe stato un onore difendere la nostra meridionalità. Scambiai la maglia con Zenga a fine gara, insomma eravamo entrati nel grande calcio e francamente meritavamo di restarci. Fu una stagione un po’ controversa. L’esordio vittorioso di Pisa, poi due sconfitte di fila, qualche pareggio di troppo. Arrivò Materazzi e vincemmo subito a Bologna. Acciuffammo per i capelli lo spareggio di Ascoli e purtroppo tutti sappiamo come finì». Proprio su quella gara svela un retroscena: «Mancava un minuto alla fine, eravamo sull’1-1. Difficilmente si sarebbe potuto sbloccare quel risultato. Amendolia di Messina disse a Manzo che saremmo andati ai rigori. Anche Ciro Muro, capitano del Taranto, diede il suo assenso. Si trattava di far trascorrere pochi secondi. All’improvviso Fresta indovinò un corridoio centrale e segnò il 2-1. Ai tiri dagli undici metri avremmo vinto noi perché Bucci qualcuno lo avrebbe parato, Bistazzoni era molto alto e lento. Fu una beffa atroce. Francamente non si è mai capito cosa accadde veramente in quei secondi finali…» E a proposito di ‘stranezze’, Monaco non usa mezzi termini: «Avevamo una squadra molto competitiva che si sarebbe potuta salvare ad occhi chiusi. Atre giornate dalla fine avremmo potuto blindare la partecipazione all’anno successivo di serie B e invece dovemmo ricorrere ad uno spareggio. Per tanto tempo non riuscivo a capire come fosse stato possibile, poi ho capito tante cose. Ho capito che il male nel calcio c’è sempre stato. Solo che in quei tempi non esistevano tutte le intercettazioni e le tecnologie di oggi. Ma le cose non sono poi così cambiate. All’epoca la fecero franca, così come adesso. Vedi Mauri che è stato condannato ed è tornato regolarmente in campo. Una cosa inconcepibile». Infine una chiosa su chi ha permesso ad una città intera di sognare: «Enzo Cuccaro ha fatto avverare il sogno di migliaia di persone riportando quella squadra in serie B. Lui si sarebbe fatto tagliare un braccio per la sua Casertana. E ne approfitto per complimentarmi anche con l’attuale presidente Giovanni Lombardi e tutto il suo staff con Nicola Pannone in testa. Sono persone serie, persone che amano il calcio e fanno parlare i risultati. Hanno riscritto la storia di questo club e meritano di essere portati in trionfo».

 



 

                                                       


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