Intervista esclusiva a Raffaele Pucino: “Un onore essere l’orgoglio casertano in Serie A”



Raffaele Pucino con la maglia del Sassuolo
Raffaele Pucino con la maglia del Sassuolo

In questi momenti, esattamente una settimana fa, si spalancavano le porte della Serie A per Raffaele Pucino. Dopo una estenuante trattativa andata avanti per diversi giorni, la neopromossa Sassuolo lo ha scelto per rinforzare l’organico a disposizione del tecnico Eusebio Di Francesco, quando alla fine del mercato di riparazione mancavano una manciata di ore (per maggiori informazioni sulla trattativa, leggi qui: https://www.sportcasertano.it/03-09-2013/home-2/76738/un-casertano-in-serie-a-il-sassuolo-eleva-raffaele-pucino-nellolimpo-del-calcio/). Dopo che l’ex difensore del Napoli Gianluca Grava aveva appeso le scarpette al chiodo nell’estate appena trascorsa, Pucino è diventato il nuovo massimo rappresentante della Provincia di Caserta nella più prestigiosa serie del calcio italiano. Al fine di conoscere le sue sensazioni, le sue emozioni ed i suoi pensieri su questo notevole momento, noi di SportCasertano.it abbiamo intervistato telefonicamente la promessa nata a Caserta nel 1991. Per la rubrica “Targato CE”, è stata eseguita una bella chiacchierata in cui sono stati passati in rassegna tutti gli argomenti più importanti del suo presente. Dall’approdo in Serie A all’addio al Varese, dal possibile esordio al sogno Nazionale: Raffaele Pucino ci ha risposto con la disponibilità e l’umiltà che lo contraddistinguono e che lo hanno sempre contraddistinto in questi anni di vertiginosa scalata dalle categorie infernali del dilettantismo alla Serie A. Buona lettura.

DOMENICO VASTANTE: Che stato d’animo hai provato, appena il tuo agente ti ha comunicato che il Sassuolo ti aveva prelevato?



RAFFAELE PUCINO: Sinceramente io già sapevo da due settimane che la trattativa era in fase avanzata, ma per vari motivi il Sassuolo non poteva ancora chiudere l’affare. Il mio arrivo era legato ad un’altra operazione di mercato, cioè il contemporaneo trasferimento di Pavoletti dal club modenese al Varese. Serviva, dunque, una punta per colmare il posto lasciato vacante da Leonardo (Pavoletti ndr), altrimenti lo scambio non sarebbe potuto avvenire. Fortunatamente si è materializzato l’affare Floro Flores per il Sassuolo e per me si sono spalancate le porte della Serie A. Il momento in cui mi è giunta la tanto attesa notizia non lo dimenticherò facilmente. E’ stata un’emozione unica che, in parte, avevo provato due anni fa quando il Chievo aveva acquistato la metà del mio cartellino e che ho avuto la fortuna di saggiare definitivamente qualche giorno fa.

Il lieto fine della trattativa con il Sassuolo è giunto all’ultimo giorno di mercato, prima di ciò hai avuto paura che il salto in Serie A fosse ancora una volta posticipato?

Anche nel calcio come nella vita, se non metti nero su bianco non hai mai certezze. Basta che un particolare inceppi la trattativa e può saltare tutto da un momento all’altro. Mancava poco alla chiusura del mercato ed aspettavo solo di apporre la mia firma. Un po’ di preoccupazione c’è stata, ma sono contento che sia andato tutto nel migliore dei modi.

In estate si era parlato in più di un’occasione di un tuo possibile acquisto da parte del Catania del tuo vecchio mister Rolando Maran, poi l’Hellas Verona ed il Cagliari ti hanno cercato come qualche altra squadra. Come mai non si sono concretizzate le altre trattative?

Sin dai primi giorni di mercato, sembrava che l’operazione con il Catania dovesse chiudersi da un momento all’altro, poi il club di Pulvirenti si è tirato indietro inspiegabilmente. Altre società si sono interessate, tipo Hellas Verona e Cagliari, poi si è tuffato su di me il Sassuolo che l’ha spuntata perché è stato il sodalizio che ha creduto più di tutti nelle mie qualità. Sono grato di questo gesto di fiducia e cercherò di ricambiarla da subito.

Raffaele Pucino alla presentazione con il Sassuolo
Raffaele Pucino alla presentazione con il Sassuolo

Poi è arrivato il Sassuolo ed in poco tempo ti ha scelto. Fa effetto essere presentati con gente che la Serie A già la mastica da parecchio come Antonio Floro Flores, Luca Marrone ed il portiere Gianluca Pegolo?

Ovviamente è una bella emozione confrontarsi con gente di un certo livello che ha già ottenuto numerose presenze nella massima serie italiana. Essere presentati con loro ti spinge a lavorare ancora di più, al fine di non sfigurare in campo a loro fianco.

Com’è stato l’approccio con il nuovo ambiente, quindi con la dirigenza, allenatore, calciatori e tifosi?

Ho ricevuto un’accoglienza fantastica da parte dell’intero gruppo. Tutti si sono rivelati disponibilissimi a partire dal mister Eusebio Di Francesco, professionista esemplare e grande uomo. Sono convinto di essere entrato in una bella famiglia in cui tutti danno il massimo. Il solo fatto che una cittadina non troppo grande come Sassuolo sia giunta in Serie A vuole dire che dietro c’è una macchina lavoro formidabile. Senza la loro organizzazione, non si sarebbe mai arrivati a questo punto (logico il riferimento allo staff dirigenziale guidato dal presidente Squinzi, anche presidente di Confindustria).

Il primo impegno ufficiale con la nuova maglia è con l’Hellas a Verona, squadra che ti ha richiesto. Secondo te c’è una possibilità che il tuo nuovo allenatore Eusebio Di Francesco ti getti nella mischia?

Non lo so, non ci sto pensando. Come già detto prima ho avuto un’ottima impressione dell’allenatore ma qui ci sono tanti ragazzi che vestono la casacca neroverde da diversi anni ed hanno fatto bene. Non sono ossessionato dal debutto; ma qualora l’allenatore lo riterrà opportuno, logicamente io non mi tirerei indietro anche perchè voglio ricambiare la fiducia della società al più presto.

Già hai un po’ di adrenalina, sapendo che tra dieci giorni affronterai la tua squadra del cuore, l’Inter, a Reggio Emilia?

E’ un sogno che si avvera. Oltre che essere la squadra per cui ho sempre tifato da bambino, è una delle compagini più prestigiose del calcio internazionale, per cui sarebbe un onore scendere in campo contro la truppa di Walter Mazzarri.

Se dovessi però scegliere te quando esordire, preferiresti farlo tra due domeniche con i neroazzurri?

La mia risposta più ovvia mi induce a dire il prima possibile. Non c’è un momento in cui preferirei esordire perché qualsiasi sia la partita o lo stadio, per me sarà un momento indimenticabile, in quanto sarà il mio esordio in Serie A.  

Subito dopo il calendario prevede il turno infrasettimanale, con il Sassuolo di scena al San Paolo contro il Napoli. Sarà un altro appuntamento indimenticabile per te?

Quattro giorni dopo l’Internazionale, ci sarà la sfida contro il Napoli. Pensando al San Paolo, ho già i brividi.

Raffaele Pucino con la maglia del Varese
Raffaele Pucino con la maglia del Varese

Torniamo per un attimo all’esperienza con il Varese. Quanto devi alla società lombarda?

Devo tanto alla squadra che mi ha prelevato dalla Serie C. Due anni bellissimi, di cui il primo non ci ha regalato l’approdo in Serie A solo per effetto della sconfitta nella finale play-off contro la Sampdoria. Al primo anno nella serie cadetta ho collezionato trenta presenze totali che mi hanno aiutato a crescere e mi hanno permesso di disputare con maggiore maturità il mio secondo anno. Devo tanto all’ambiente biancorosso poichè mi hanno fatto sentire a casa mia. Da parte di tutte le componenti è sempre stata portata avanti una grande attenzione verso ogni particolare, accrescendo la fiducia nei miei confronti che è salita anche grazie ai risultati di squadra. Mah! La perfezione del Varese targato Rolando Maran meritava qualcosina in più.

Quali sono i momenti più belli di questo biennio trascorso in maglia biancorossa?

Di momenti belli ne ricordo parecchi. L’esordio a bari, il primo goal a Vicenza, l’eurogoal al San Nicola di Bari e l’altro sigillo col Vicenza. Sto evocando ricordi di immagini che appartengono a me ed alle persone che più di tutte mi vogliono bene.

Leggendo il tuo passato, si nota come la tua carriera calcistica ti porta ogni due anni ad un gradino superiore. Dopo due anni tra i dilettanti con Casertana e Nola, poi due in Serie C1 con l’Alessandria, poi due a Varese in B. Tra due anni quale sarà il tuo ennesimo passo avanti?

Sono sempre stato abituato a pensare al presente, quindi penso a fare bene questa stagione. So che dipende tutto da me e da come sfrutterò le mie opportunità. Riguardo un ulteriore passo avanti, è ancora presto per pensarci.  

Aver conquistato la Serie A è per te un punto di arrivo od un punto di partenza?

Prima di tutto è la realizzazione di un sogno. Nonostante ciò, non posso pensare di aver raggiunto il mio scopo: ora devo lavorare ancor più di prima per meritarmi questo palcoscenico, in cui voglio dire la mia.

Raffaele Pucino con il Varese
Raffaele Pucino con il Varese

Quanti sacrifici hai fatto nella tua carriera per arrivare a questo punto?

Tanti sono i sacrifici che mi vengono in mente in pochi istanti. Sforzi che i miei genitori sono gli unici a conoscere, sforzi che faccio senza problemi da quando sono piccolo e che continuo anche ora, anche se nessuno se lo immagina. E’ grazie all’amore della mia famiglia che riesco a vivere ogni avventura con la massima tranquillità.

Con l’arrivo a Sassuolo e con il ritiro di Gianluca Grava, ora sei l’unico calciatore casertano che rappresenta la Provincia di Caserta in Serie A. Ti onora questo particolare riconoscimento?

Mi fa piacere di essere il maggiore rappresentante del luogo in cui sono nato. Più di un simbolo, mi sento un orgoglio di una zona che viene molto spesso bistrattata. Anche se ci sono tanti troppi invidiosi dei miei successi, sono contento di aver raggiunto un traguardo che certamente mi fa onore.

Il tuo approdo a Sassuolo rende possibile il sogno di vestire la maglia della Nazionale maggiore? Ci credi?

Quello di indossare la maglia azzurra rimane un altro sogno che ognuno spera di conquistare nella propria vita. Lo tengo riposto nel cassetto come il mio sogno più grande dal punto di vista calcistico. Un giorno si vedrà, io intanto ci spero.


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