Capuano non dimentica: “Ho un debito morale verso Caserta e vorrei riportarla in serie B”



Ezilino Capuano, sempre più vicino alla Casertana
Ezilino Capuano, sempre più vicino alla Casertana

I tifosi della Casertana stanno riassaporando il profumo del calcio che conta e il nome di mister Capuano ha letteralmente acceso l’entusiasmo. Lui prova a fare il pompiere spegnendo i facili entusiasmi: “Per venire a Caserta ho declinato qualsiasi offerta perché ho un debito morale da dieci anni verso questa città. Voglio essere colui che riaccenderà l’entusiasmo a Caserta. Questa è una piazza che non può rimanere fuori dal calcio che conta per diciassette anni. Se dovessi essere io l’allenatore spero di poter rimanere un breve periodo, giusto il tempo per portarla in serie B”. Intanto sono stati ufficializzati già i primi nomi. Eziolino avrà alle sue dipendenze Francesco Alvino che nel 2010 affrontò da avversario in Prima Divisione: “E’ un calciatore che conosco bene e le sue caratteristiche si sposano esattamente con un 4-3-3 o anche 3-4-3. Bravissimo negli ultimi trenta metri, riesce a creare la superiorità numerica, uno da Casertana insomma”. Il mercato è già iniziato ed inevitabilmente una lista di nomi viene accostata alla Casertana: “La presenza di Lombardi, Corvino, Pascarella che conosco da venticinque anni, un direttore come Nicola Pannone sono garanzia in certe categorie. Per ottenere determinati risultati bisogna andare tutti nella stessa direzione, cosa che la Casertana già sta facendo. La squadra dovrà essere fatta in un corpo unico; è normale che io rispetto a qualche altro collega, allenando da tanti anni ho conoscenza  non semantica ma intrinseca dei calciatori. Questo potrebbe essere un vantaggio. Chi viene a Caserta deve sentire il peso della responsabilità di una piazza che è stata ingiustamente per anni nell’inferno, ora si troverà nel purgatorio, ma è pronta a tornare in paradiso. Quello che posso promettere in caso di arrivo a Caserta è che farò sudare la maglia, sputare sangue, dovrà essere onorato e andare in campo oltre la fatica al limite dello strapazzo”.




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