D’Astolfo: “I playoff sono il premio per una grande stagione, ora completiamo l’opera”



Adriano D'Astolfo
Adriano D’Astolfo

Ancora tre giorni di attesa e poi finalmente scatteranno i playoff. Qualcuno non crede all’utilità di questi spareggi (vedi Sarnese), per altri è un premio per i sacrifici fatti durante l’intera stagione. L’Ostiamare, avversario della Casertana nel primo turno, si presenterà in campo conscia di dover scalare una montagna, ma al tempo stesso consapevole di bissare l’impresa della nona giornata d’andata. “Giocheremo in un vero e proprio stadio – esordisce capitan D’Astolfo – e per noi è già una vittoria essere arrivati fin qui. Affronteremo la Casertana con grande serenità, con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Siamo andati ben oltre le aspettative di inizio anno e dopo una brutta partenza ci siamo ripresi centrando una qualificazione che noi ha un significato straordinario”. La rincorsa, tra l’altro, partì proprio da Via Medaglie d’Oro: “Iniziammo quella scalata – continua il difensore – contro una squadra in difficoltà. Attraversavano un momento poco fortunato e noi fummo bravi ad approfittarne. Poi li abbiamo incontrati qualche mese fa e le cose sono completamente cambiate. Ho visto un avversario combattivo, determinato e non nascondo di aver fatto il tifo per voi nel testa a testa con la Torres. E’ stata la compagine che mi ha colpito di più nel girone di ritorno e a parte gli ultimi risultati, ha avuto un rendimento molto alto. Non significa che siamo rassegnati in partenza, ci mancherebbe altro. Abbiamo lottato fino all’ultimo per ottenere il sesto posto e daremo il massimo per non andare in vacanza anticipatamente”. Insomma un’Ostiamare consapevole della forza della Casertana, ma anche delle proprie qualità: “Abbiamo un solo risultato utile, ma ritengo che il nostro vantaggio è non avere nulla da perdere. La tranquillità, la poca pressione psicologica a volte nel calcio ti consentono di ottenere il massimo. E poi i playoff sono una lotteria, sono ben diversi dal campionato. Subentrano motivazioni differenti, si decide tutto in massimo centoventi minuti. Se potessi non farei giocare Ruscio e Palumbo. Il secondo è un attaccante formidabile, completo, difficile da marcare. Il centrocampista è un leone, sempre presente in ogni azione. Ma hanno una rosa talmente ampia e competitiva che servirebbe a poco togliere un paio di pedine. Partiamo dallo 0-0, poi chi sarà più bravo proseguirà l’avventura”.




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