La Pasquetta della Juve può essere indimenticabile



Gentile contro Tabu nel match d'andata (Foto Giuseppe Melone)
Gentile contro Tabu nel match d’andata (Foto Giuseppe Melone)

Guardare il bicchiere mezzo pieno e provare a tornare alla situazione precedente alla settimana di Bologna e Siena oltre a quella del match di andata. Potrebbe essere questa chiave ottimistica, quella giusta per la Juve in vista di un appuntamento importante e delicato allo stesso tempo, come quello che si prospetta all’orizzonte. Un appuntamento con il quale si potrebbe dare una sterzata definitiva ad una stagione che fino a questo momento ha regalato tante emozioni, nel bene e nel male, non solo agli addetti ai lavori, ma anche a tutti gli aficionados di Terra di Lavoro. Un appuntamento con un’impresa esterna contro una squadra che a campi invertiti e con una struttura anche diversa, ha dimostrato di non essere una schiacciasassi in maniera assoluta, ma una formazione con i suoi punti deboli se attaccata nella maniera e nel momento giusto della partita. Serve un’impresa per tornare dal Pianella con i due punti in mano e quindi con la salvezza matematica messa in cassaforte. Serve una doppia impresa per provare a riaprire un discorso playoff che al momento dista quattro punti, quelli che ha di vantaggio Venezia, in attesa che dopo il ‘lunedì dell’angelo’ si possa tornare a pensare nuovamente ad un qualcosa che è avanti e non dietro il nome della Juvecaserta. Ma vincere a Cantù significherebbe anche scendere in campo poi contro Brindisi con la stessa serenità e la stessa calma con la quale Maresca e compagni hanno affrontato e battuto la Montepaschi Siena nemmeno due settimane or sono. Certo la vittoria in trasferta a Casalecchio di Reno non era certo contro un’avversaria dal valore della formazione dell’ex casertano Andrea Trinchieri, ma alla base ci potevano essere gli stessi ostacoli rappresentati dalle motivazioni. A Bologna la Virtus era in allarme non solo di organico, ma anche di classifica con una salvezza ancora da conquistare dopo un periodo di sconfitte che non era per niente tranquillizzante tanto per usare un eufemismo. Motivazioni che in alcune occasioni possono essere la parte determinante di una vittoria, cosi come quelle che hanno pervaso la truppa di coach Sacripanti nella domenica dell’impresa contro i detentori del titolo italiano. Ed allora ancora una volta le motivazioni saranno pesanti da un lato e dall’altro. Da una parte ci saranno i padroni di casa che sono in piena lotta per la conquista di una posizione migliore per i prossimi playoff, dall’altra una squadra che provando a sgomitare sotto le plance del campionato, vorrebbe prendere posizione e provare a tagliare fuori i diretti avversari lottando per la conquista di un rimbalzo di nome post season. In più la Juve ha quell’animo di animale ferito da una sconfitta casalinga che poteva rendere la trasferta in brianza molto più tranquilla e una sorta di nitida dimostrazione di come una squadra non ha nulla da perdere e prova il tutto per tutto per mettere il bastone tra le ruote ad una rivale storica dal punto di vista delle storie nelle storie della palla a spicchi. Uno sgomitare da parte della Juve che ha già portato a posizioni importanti nel girone di andata contro Sassari e proprio contro Cantù. L’unico neo di riportare quanto accaduto qualche mese fa all’interno della realtà attuale che entrambe le situazioni precedentemente indicate sono avvenuta in casa. Caserta, quindi, deve cercare di mettere in atto la propria prova di maturità, deve compiere in campo il passo più importante per smettere di guardare definitivamente indietro e provare a tornare a guardare avanti. Non sarà nemmeno facile riportare la Cantù tattica dell’andata, considerando che c’era ancora il georgiano Manuchar Markoishvili, mentre nell’uscita casalinga in brianza contro i bianconeri ci sarà Stefano Mancinelli che a Cantù c’è arrivato proprio dopo l’addio di uno dei pionieri canturino degli ultimi due anni. All’andata non c’era nemmeno Pietro Ardori, infortunato, che invece risponderà presente mettendo un altro nome da temere e da sottolineare in rosso insieme ad una front line che resta il punto di forza dei brianzoli, anche se al Palamaggiò il trio Jelovac-Michelori-Akindele aveva messo nel sacco. I tre moschettieri riusciranno nella stessa impresa? Ai posteri l’ardua sentenza, e chissà che la Juve non posso risorgere, visto il momento storico in cui si gioca, proprio contro una big.




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