Juve, Gentile e le cause del ko



Gentile in azione contro Roma (Foto Carozza)
Gentile in azione contro Roma (Foto Carozza)

Come il proprio timoniere anche il metronomo casertano, Stefano gentile, ha trovato la sua chiave di volta per la sconfitta contro i capitolini della Virtus. Una chiave di volta che coincide con quanto accaduto nei momenti e nelle battute finali sia del primo che del secondo quarto di gioco. Punti ersi, punti regalati e vantaggio che si è dimezzato in amo i casi e che poteva, invece, determinare un gruzzoletto sul quale lucrare per la restante parte dei venti minuti di partita in termini, soprattutto, di ritmo di gioco e gestione dei possessi. Invece palle perse e tiri sbagliati in termini di scelta, hanno permesso a Roma di andare negli spogliatoi con quella fiammella ancora accesa seppure in maniera fievole. Poteva essere in doppia cifra ed invece al suono della sirena dell’intervallo lungo l’unica cosa ad essere doppio era il numero di possessi di distanza dei padroni di casa nei confronti di una squadra che fino a quel momento era stata letteralmente in balia degli avversari, cosi come letteralmente graziata dagli stessi dal punto di vista degli errori di cui si faceva accesso in precedenza e sui quali ha posto l’accento anche il primogenito di ‘Nandokan’ nella conferenza stampa successiva alla sfida con i capitolini: «Credo che senza dubbio si può affermare che questa squadra ha giocato ed abbiamo giocato una buona pallacanestro per più di trenta minuti. Una pallacanestro fatta di ritmi, di situazioni e di difesa cosi come l’avevamo preparata in settimana. Purtroppo all’interno di questi trenta minuti di gioco l’unico neo, che poi a mio parere ha condizionato la restante parte della sfida, sono stati quegli errori e quegli sprechi in termini di punti, che abbiamo avuto nella parte finale sia della prima che della seconda frazione. Sprechi fatti di palle perse e qualche tiro sbagliato che hanno permesso a Roma di rosicchiare punti importanti e di arrivare all’intervallo con uno svantaggio minore rispetto a quello che invece l’andamento della partita avrebbe potuto dire se non avessimo commesso quegli errori. Potevamo andare al riposo lungo con un vantaggio anche di una quindicina di punti ed invece ci siamo avviati verso gli spogliatoi con un paio di possessi di distanza. Questo è un qualcosa che una squadra come la nostra non si può permettere specialmente nelle condizioni in cui ci siamo presentati e figlie di una settimana difficile e contro una squadra molto più profonda. Senza contare che ci ha condizionato il finale di partita dove siamo stati costretti ad inseguire e quindi a buttare tutto su quella fase fisica che purtroppo a noi ha pesato e come».

Oltre la questione psicologica del rincorrere, quindi, la mancanza di energie e di lucidità è la parte mancante di una fase calante di gioco negli ultimi minuti?



«Negli ultimi otto minuti assolutamente abbiamo pagato quanto ci è successo in settimana. Abbiamo resistito e dato tutto quello che avevamo prima ed eravamo anche riusciti a metterci in mano un vantaggio consistente da gestire con le emergi. Come dicevo in precedenza, poi tutto è cambiato e le tante assenze per infortuni ed influenza in settimana con solo la sessione del sabato al completo, hanno fatto la differenza». 

Dopo una palla persa ed un cambio, sei sembrato molto stizzito e nervoso, cosa è successo?

«Ero arrabbiato con me stesso perché visto quello che era successo non ritengo di essere capace di creare e determinare una palla persa del genere in un momento importante. Niente di che o di particolare, solo uno sfogo verso me stesso e quello che era successo i campo».

Tre sconfitte in fila. Sono solo un numero su di un percorso oppure possono avere un peso importante per il futuro?

«Anche quando abbiamo vinto tre partite in quattro uscite non ho mai guardato più in là dell’impegno successivo. Anche questa volta sarà lo stesso. Le tre sconfitte, ormai, fanno parte del passato, il presente ed il futuro porta a Varese e noi dobbiamo pensare una partita per volta come abbiamo sempre fatto. Non possiamo permetterci di guardare troppo avanti, quindi ora si pensa alla prossima e come affrontare la Cimberio con la consapevolezza che se giochiamo come sappiamo possiamo giocarcela con tutti».


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