Sacripanti prova a rialzare la Juve: “Dobbiamo ritrovare la serenità”



Coach Sacripnti
Coach Sacripnti

Ha voluto prendere in mano la situazione da vero timoniere. Ha voluto evitare che i propri giocatori si ritrovassero, durante questa settimana, a rispondere a domanda incalzanti su quanto e come fosse stato possibile una sconfitta del tipo e genere di quella ammirata ad Ancona contro la Sutor. Ed allora coach Sacripanti si prende la responsabilità di spiegare quanto accaduto nelle marche domenica scorsa, quanto sta accadendo in questo momento in cui la Juve non sta attraversando un bel periodo soprattutto dal punto di vista della condizione fisica, ma anche quanto accadrà domenica quando al Palamaggiò di Castel Morrone sarà di scena la Virtus Roma di Gigi Datome e diretta in panchina da Calvani. «Ci troviamo qui alla fine di questo allenamento – ha esordito il coach bianconero al Pala Ilario di San Nicola la strada dove la compagine di Pezza delle Noci era ospite per la normale sessione pomeridiana di allenamento e vista l’impossibilità di utilizzo del Palamaggiò – perché delle precisazioni prima di tutto su quanto accaduto ad Ancona e poi sul nostro momento, sono più che d’obbligo. Precisazioni che sono arrivate oggi venerdì non perché volevamo nasconderci, ma solo perché le mie condizioni di salute non mi hanno permesso di essere agli allenamenti e quindi di poter organizzare una conferenza stampa come questa nei giorni scorsi. La decisione di effettuare delle precisazioni a tutto l’ambiente è arrivata quando tornati negli spogliatoi di Ancona ho visto la squadra completamente demoralizzata come se avessimo perso una finale scudetto all’ultimo secondo e con un tiro degli avversari da metà campo. La verità è che fino ad ora abbiamo spinto al massimo ed abbiamo raschiato il fondo del barile e stiamo pagando la mancanza di energia e gli infortuni che ci stanno capitando. Una decisione arrivata anche per dare la possibilità alla squadra di fare quadrato in un momento particolare e scendere io in prima linea. E’ giusto, dunque, partire dal ko di Ancona dicendo che purtroppo abbiamo perso una partita dove le nostre gambe andavano due secondi indietro a quello che accadeva normalmente in mezzo al campo. Ci abbiamo provato all’inizio, ma all’improvviso tutto andava troppo veloce per le nostre condizioni. Purtroppo quello che stiamo vivendo e attraversando – ha continuato lo stesso Sacripanti – non è certo un momento felice tanto per usare un eufemismo. Questa settimana sia io, che poi è anche il male minore, che Akindele e Michelori siamo stati colpiti dallo stesso virus intestinale che la settimana scorsa ha colpito Mavraides togliendolo dalla partita contro la Sutor. Anche se il problema più grande di questa settimana l’ha avuto Stefano Gentile che è stato fuori per tutta la settimana per un problema al polpaccio che non gli ha dato tregua e che solo oggi si è attenuato quel tanto che bastava per provare a muoversi ma in maniera blanda. Una settimana terribile, insomma, cosi come quella che aveva anticipato proprio la brutta sconfitta contro Montegranaro. Ovvio che oltre alla classifica, ai due punti persi e al doppio confronto, il dispiacere più grande è per i nostri tifosi in generale e per coloro che ci hanno seguito fino ad Ancona per sostenerci.  I giocatori in questi ultimi giorni sono un po’ preoccupati perché non gli viene più così facile fare in campo certe cose come in apertura di stagione. Va anche detto che i ragazzi hanno grande voglia di continuare a fare bene da qui fino alla fine della stagione a partire dalla gara contro Roma di domenica». Ed è proprio nei confronti dei tifosi e dell’ambiente in generale che il condottiero bianconero rivolge le ultime parole dell’incontro con la stampa locale: «C’è bisogno di ottimismo. Dopo la trasferta di Montegranaro ho sentito tanta negatività. Certo essere passati dal sogno playoff alla nuova bagarre salvezza non è facile, ma non è scritto niente ed abbiamo ancora dei piccoli vantaggi. Questo momento difficile va superato con l’aiuto, l’amore e la vicinanza di tutti. In questi giorni ho sentito invocare un palazzetto da 7000 persone, io sarei contento anche se ce ne fossero 3000 che ci spingano come hanno fatto fino a questo momento con il calore incredibile che si è visto magari contro Sassari o Cantù.- Poi logico che se ce ne saranno di più sarei molto più contento. Le pile dal punto di vista fisico si ricaricano con il lavoro, quelle psicologiche con l’appoggio di tutti ed il positivismo di tutti anche della società che sta facendo di tutto per continuare a darci il proprio sostegno. Ora c’è Roma – conclude Sacripanti – una sfida importante e difficile. Da parte nostra dobbiamo limitare il ritmo e metterci tanta difesa, ma il vero segreto sarà il sesto uomo in campo:il pubblico».




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