Il derby in cifre: i muscoli di Caserta, l’imprecisione irpina



Mordente in azione nel derby (Foto Gennaro Buco)

L’ormai vecchio 2012 ha lasciato negli occhi e nella mente del tifoso casertano un’ultima grande gioia, quella legata alla realizzazione di un sogno divenuto quasi impossibile: espugnare il parquet di Avellino e portare  a casa il derby.
Finalmente la Juve ce l’ha fatta, ma quanto c’è voluto. Come in ogni vicenda della vita, è bastato crederci fino in fondo, anche quando gli eventi sembravano aver preso tutti una direzione sgradita. Le tante uscite per falli, i vantaggi di Avellino anche in doppia cifra, le chiamate arbitrali non sempre trasparenti hanno provato  a rovinare il capodanno juventino, ma nulla hanno potuto contro la voglia di vincere di un gruppo dal cuore d’oro, a tratti discontinuo, ma assolutamente determinato. I numeri del match si bilanciano e raccontano di una gara molto equilibrata, terminata giustamente all’overtime con soli due punti di scarto tra le due squadre. Avellino ha toppate pesantemente al tiro da tre, confezionando un misero 11,5% (3/26) che ha reso fantasmagorico invece il 33,3% (7/21) degli uomini di coach Pino Sacripanti.
Dall’altro lato, gli irpini hanno fatto meglio di Caserta all’interno dell’arco, tirando con il 62,9% contro il 52,5% bianconero. Nonostante le 25 palle perse, a fronte delle 19 avellinesi, la Juve ce l’ha fatta, mostrando i muscoli ed un enorme carattere quando serviva, conquistando in totale 40 rimbalzi e  trovando in gente come Mordente (20 punti e 5 rimbalzi) e Gentile (17 punti, 4 rimbalzi e 4 recuperi) degli autentici trascinatori, legati ormai a doppio filo ad una canotta che indossano da pochissimo tempo, ma che sembra stargli davvero a pennello. E’ grazie  alla grinta ed al cuore di giocatori del genere che il campionato della Juve di Sacripanti sta procedendo lungo una linea di galleggiamento del tutto positiva e, forse, ad un certo punto inattesa. E’ in incontri come quello di Avellino, dove il team bianconero è riuscito ad andare offensivamente oltre le medie stagionali (77 punti realizzati nel tempi regolamentari), che viene fuori la vera anima di chi sa andare al di là delle contingenze, al di là delle sconfitte e delle varie vicissitudini. Serena o no, questa Juve sa lottare e vincere. Venezia è già dimenticata. Diamo il benvenuto al nuovo anno con un sorriso autentico.

Pio Carfora




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