Una grande T di troppo



Jonusas in azione contro Venezia (Foto Carozza)

L’ultima sfida casalinga del 2012 coincide con una sconfitta bruciante per la Juve che, in overtime, cede a Venezia che tira una boccata d’ossigeno fondamentale in questo tribolato avvio di stagione. Bastava un passettino per portarla a casa ed, invece, gli episodi sono girati tutti dal lato veneto. Non si puo’ certo archiviare 45′ di battaglia con pochi episodi ma quando le partite sono equilibrate, basta niente per farle girare. Certo, la Juve ha dilapidato quanto di buono fatto nei primi 15′ con un finale di secondo periodo scellerato. Poi è stato un continuo ‘tira e molla’ con Caserta che ha gettato anche il possesso decisivo dei regolamentari (ok, Zoroski ha avuto la bomba per chiuderla). Poi quell’overtime giocato malino e chiuso, definitivamente, dal tecnico contro Stefano Gentile. Peccato, era una partita alla portata. E si è visto.

FINALMENTE ZIG. In preseason era stato tra quelli maggiormente pimpanti e che avevano lasciato una buona impressione (meglio dire tra i pochi a salvarsi). Poi col via stagionale si era un po’ perso per la via non confermando quanto di buono fatto in precedenza. Contro l’Umana è stato il migliore: oltre ad una buonissima difesa su Diawara (ed in difesa, alcune volte, non è stato proprio presentissimo in passato) ha aggiunto anche i punti. Punti pesanti e troppo importanti nell’economia della Juve che, dotata di talento offensivo ridotto, ha bisogno del mattoncino di tutti. E, stavolta, quello di Jonusas era splendente.



LA GRANDE T. E’ quella che si è beccato, ingenuamente, Stefano Gentile. Un paio di azioni prima non gli era stato sanzionato un fallo a favore e quando diciamo che lo schiaffo si è sentito… non stiamo esagerando. Poco dopo si è fatto fischiare il tecnico da Mattioli, a suo dire non ce l’aveva con l’arbitro. Non so, fatto sta che quella fischiata ha indirizzato, definitivamente, la partita. A fine gara Sacripanti ha ‘detto e non detto’, di fatto non ha accusato Stefano ma ha detto che bisogna essere piu’ freddi. Una T pesante.

IL ROVENTE FINALE. Ero in sala stampa quando è scoppiato il tutto. Quando si poteva scrivere un finale diverso e meno indecoroso. Ho letto delle provocazioni di Bulleri, dell’ingresso in campo di persone non autorizzate, delle scaramucce coi venti veneziani arrivati a Caserta (per tutta la gara hanno pensato solo a tifare per la loro squadra). Ma ho letto, non ho visto, quindi non posso giudicare. Dico solo che il conto da pagare è 9000 euro, decisamente tanti.

ADDIO FINAL 8. C’avevamo sperato, inutile negarlo. La sconfitta contro Venezia ha chiuso il discorso qualificazione ed ora, alla Juve, non resta che pensare a fare punti per archiviare il discorso salvezza in tempi brevi. L’accesso tra le magnifiche otto sarebbe stato un premio al cuore ed al sacrificio dei bianconeri. Non è cosi’ e, per l’ennesimo anno, staremo tutti a casa. Ma, quest’anno, sarebbe stato veramente utopistico sperare nella qualificazione.

VERITA’. Sono due punti buttati, senza girarci tanto intorno con le parole. Affrontare Venezia, in questo momento della stagione, era quasi un jolly pescato dal mazzo: senza Clark, senza Williams, con Magro out per falli subito, con Hubalek appena arrivato, si poteva e doveva approfittare dell’occasione. Ma è anche vero che il resto del roster reyerino è superiore a quello bianconero. Peccato, alla fine Caserta è stata condannata negli episodi. Adesso c’è il derby contro una Avellino allo sbando e coi tifosi in contestazione. Per la prima volta non vado al Pala Del Mauro. Fosse la volta buona?


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