Gentile e l’italian job della Juve



Stefano Gentile

Mentre il mondo cestistico bianconero viene travolta dall’ennesima scossa di terremoto con epicentro la dirigenza ed i piani alti di Pezza delle Noci, nei ‘bassi fondi’ quelli con palestra parquet e palloni a spicchi arancioni, si torna a lavorare, si torna a sudare per il secondo obiettivo di questa prima parte di stagione: riuscire a vincere in trasferta. Un qualcosa che la Caserta bianconera di fede cestistica non è riuscita a fare nella prima opportunità che il calendario gli ha offerto, dal momento che l’offerta non era certo generosa o facilmente accettabile. Provare a vincere a Biella non è certo difficile o impossibile come lo era alla vigilia della gara di esordio contro le ‘scarpette rosse’, ma dalla mattinata di ieri l’ambiente potrebbe anche essere un tantino scosso o preoccupato dopo le dichiarazioni di Gervasio sui quotidiani locali. Dichiarazioni che dopo la scorsa estate in tanti ai piedi della Reggia vanvitelliana, si aspettavano di non sentire più pronunciare almeno per questa stagione. In tanti si aspettavano che dopo il lavoro di sensibilizzazione promosso nemmeno una stagione or sono, sarebbe rimasto tale e non più tirato in ballo con parole: rischio,. Mancanza di fondi e problemi economici in grassetto su giornali e siti internet. Ed invece ci risiamo. Alla base delle dichiarazione i del numero uno bianconero ci sarebbero la mancanza di avvicinamento alla Juve di sponsor di qualsiasi genere nuovi e vecchi, una campagna abbonamenti non esaltante secondo lo stesso Gervasio ed una stagione a rischio quando siamo nemmeno alla seconda giornata del suo cammino. Un cammino, quindi, che si potrebbe prospettare molto più difficile di quello che si potrebbe pensare almeno al di fuori dell’arena di combattimento di questo sport: i ventotto metri di campo con due canestri. La scorsa Juve nel momento di massimo bisogno e di difficoltà della società ha saputo distinguere le due cose; è riuscita a tenere distinta i problemi societari dal lavoro quotidiano e quello domenicale scendendo in campo provando a dare il massimo domenica dopo domenica e non si era certo alla seconda di campionato e ciò vuol dire che i problemi di allora potevano essere di gran langa superiore a quelli che si possono riscontrare dopo nemmeno un paio di mesi dall’inizio delle ostilità. Calma e sangue freddo, recitava una nota canzone italiana. Lo stesso che hanno avuto i giocatori in campo sabato scorso quando sono scesi in campo ed hanno dovuto fare i conti con una Vanoli determinata a fare il colpaccio, cosi come ha provato a spiegare anche Stefano Gentile facendo un passo indietro prima di andare avanti e parlare della prossima partita: «Non è stato certo facile – ha esordito l’ex metronomo di Casale Monferrato -. Cremona è arrivata a Caserta molto carica e preparata dal punto di vista tattico ad ogni tipo di mossa che potevamo mettere in campo, mentre in attacco sono riusciti a far muovere bene la palla e trovare percentuali altissime. Però per quanto ci riguarda, siamo stati bravi a restare uniti, a restare concentrati, ma soprattutto a resistere nonostante i tanti errori a restare attaccati al match ed aspettare, dunque, che arrivasse per noi un momento migliore. Abbiamo lottato su ogni pallone e questo alla fine ha dato i suoi frutti».

Oltre alla voglia di vincere, un altro dato importante arrivato è stato il recupero determinato dall’italian connection con la Juve sotto in doppia cifra…



«Di solito nella prima parte di stagione è un qualcosa di comune a tutte le formazioni. Il gruppo degli italiani è quello più esperto del campionato e quindi generalmente sa cosa fare e quando farlo ed in questo il nostro di gruppo azzurro ha fatto la differenza. Detto questo, però, c’è anche da dire che siamo una squadra totalmente nuova e abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo per trovare la massima sintonia».

All’orizzonte c’è Biella, che partita ti aspetti e quale sarà la chiave?

«Una partita importante non solo per la classifica, ma anche perché ci potrà dire a che punto siamo dopo un’altra settimana di lavoro. Sarà più difficile di Cremona, ma quello che dobbiamo fare è restare tranquilli, pensare alla nostra pallacanestro e giocarla di squadra».

 


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