Io sto dalla parte di Michelori



Andrea Michelori

Presumibilmente nella giornata odierna verrà ufficializzato l’arrivo, anzi il ritorno, di Andrea Michelori alla corte di coach Pino Sacripanti e della Juvecaserta. Un’operazione nata nelle ultime settimane e chiusa relativamente presto. Tutto lasciava presagire non proprio i tappeti rossi ad attendere il guerriero lombardo, ma quantomeno la soddisfazione generale da parte della tifoseria bianconera per questo innesto. Ed, invece, è da ore che la situazione è veramente difficile da interpretare: sembra che ci sia una vera e propria spaccatura tra contenti ed insoddisfatti. Da un lato c’è chi ricorda tutto quello che ha fatto Michelori nelle sue due annate in bianconero: anni di botte, sangue, ferrea voglia di non mollare un centimetro all’avversario e tante, tante, vittorie con la gemma della semifinale scudetto conquistata. Gli altri, invece, si sono legati al dito quel brusco addio: la chiamata dei campioni di Siena, la voglia di vincere qualcosa in carriera a costo di essere uno dei tanti e non un venerato, com’era qui a Caserta. Sinceramente non ci sentiamo, e non lo facemmo all’epoca per onor di verità, di condannare il ‘Miche’ per quella decisione. E’ vero che l’offerta mensanina non era clamorosamente vantaggiosa rispetto a quella propostagli da Caserta, ma davanti ai traguardi ed ai progetti differenti in quanti si sarebbero tirati indietro? Nessuno, ve lo diciamo noi senza timore di essere smentiti. Stiamo parlando di professionisti, di ragazzi che fanno questo di mestiere e sfidiamo chiunque a dire ‘no’ ad un’offerta di lavoro, in qualsiasi ambito, superiore e con nuovi obiettivi. Quindi via il moralismo: il ritorno di un guerriero del genere non può che essere salutato con estrema soddisfazione. Ricordando, tra l’altro, che Michelori viene a cifre decisamente basse e che, lui stesso, ha scelto l’ombra della Reggia anche a condizioni meno vantaggiose di altre. E, poi, stiamo sempre parlando di un italiano che libera uno spazio ad uno straniero e che si sposa, benissimo, col progetto di coach Pino Sacripanti. Quindi, bentornato guerriero bianconero.




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