Gladiator-Macera, un amore finito a Torre Annunziata



L’ex allenatore del Gladiator Giovanni Macera (foto VASTANTE)

Il giorno dopo la triste sconfitta interna contro il Monte di Procida il clan Gladiator si era risvegliata con il chiaro intento di leccarsi le ferite. La compagine procidana ha espugnato il “Piccirillo” di Santa Maria Capua Vetere per 1-2 e si è resa complice del trionfo, ancor non ufficiale, del Savoia a cui manca un punto in due gare per festeggiare il ritorno in serie D. Da subito lo stato d’animo del presidente Lazzaro Luce e del direttore sportivo Antonio Simonetti era nerissimo, infatti a fine partita avevano abbandonato l’impianto sportivo scuri in volto e senza rilasciare alcuna dichiarazione; alla loro delusione era andata ad aggiungersi un’altra gatta da pelare: il rapporto tra l’allenatore Giovanni Macera e la tifoseria nerazzurra era ai minimi storici. Non che durante l’anno ci fosse stato un grande amore, il timoniere di Castellammare di Stabia non è mai piaciuto alla maggior parte dei sostenitori che più volte nell’arco del campionato ne ha chiesto l’esonero. L’alta tensione è partita già dopo la prima sconfitta stagionale contro l’Isola di Procida per poi proseguire dopo il pareggio contro il San Giorgio 1926 ed al termine della disfatta di Coppa Italia a Torre Annunziata nella semifinale di ritorno persa negli ultimi istanti contro il Savoia. Con l’ennesimo black-out operato dal Monte di Procida, l’insoddisfazione generale nella città del Foro è cresciuta di giorno in giorno per un campionato che è sfuggito di mano e che, di fatto, è già stato vinto dal Savoia (solo la matematica frena l’ufficialità). I supporters nerazzurri hanno reso noto il loro disappunto nei vari social network e blog, colmi di messaggi che recitano la scritta “Macera Vattene”. A loro avviso, il tecnico ex Vico Equense e Mazara del Vallo non godeva della stima dello spogliatoio e non è riuscito a motivare e modificare l’assetto della squadra in corso d’opera, anzi si è reso protagonista di scelte tecniche assurde, ultima in ordine di tempo sabato con la sostituzione del migliore in campo Poziello (un attaccante) per il fresco rientrante Martone (un mediano) quando il Monte di Procida era passato in vantaggio nella ripresa. Mentre in altre occasioni il presidente Lazzaro Luce non ha mai preso in considerazione nessuna ipotesi di esonero, ieri  è arrivata la lettera d’addio del tecnico designato in estate per portare il Gladiator in serie D. Considerato che l’idea della dirigenza sammaritana è stata quella di dare una sterzata all’ambiente, è necessario comunque un confronto tra staff societario, il nuovo staff tecnico e rosa per non buttare alle ortiche questa stagione, quella che in estate era stata definita l’annata della rinascita. Non c’è da perdersi d’animo poiché il secondo posto è completamente appannaggio della compagine sammaritana ma bisogna stare attenti per la situazione play-off, in quanto la Virtus Carano si è rifatta sotto e con un ulteriore passo falso nerazzurro potrebbe riaprire uno scenario chiuso già da diverse settimane.  La strada per il salto in serie D è ancora percorribile ma ora è totalmente più tortuosa poiché la promozione via play-off dovrà essere conquistata in veri e propri scontri diretti: al primo turno contro la seconda classificata del Molise, per ora è la Turris Santa Croce, ed una tra la calabrese Sersale e la siciliana Città di Messina nel secondo ed ultimo turno nazionale. I tifosi sono preoccupati di dover assistere ad una prestazione come quella contro il Monte di Procida anche negli spareggi e per questo motivo hanno chiesto ed ottenuto la scossa. Non si può corre il rischio di dire addio alla serie D: è l’ora che il Gladiator cambi marcia e ritorni ad effettuare quelle prestazioni strabilianti e vincenti viste nella prima parte della stagione. Solo così si può ambire al salto di categoria.




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