Sacripanti cerca di rimanere ottimista



Coach Sacripanti

Ancora una volta rammaricato. Per la quinta volta in fila, coach Pino Sacripanti si presenta agli occhi delle telecamere e dei media alla fine di quella che è stata la quinta sconfitta in fila dei bianconeri. Rammarico per non aver interrotto il trend, rammarico, forse, per quell’ultimo possesso che di sicuro nei suoi pensieri e piani doveva essere differente da come è stato. Tanti palleggi in meno, non certo dalle mani di Kudlacek, ma da quelle di Bell cosi come si nota dalle poche ma chiarissime parole del timoniere casertano sulla questione ultimo possesso: «Assolutamente mi aspettavo che l’ultimo pallone, con Collins in panchina per un problema muscolare, lo prendesse Charlie. In quei secondi ci doveva essere un tiro veloce senza nemmeno costruirlo per provare a pareggiare e meno palleggi, ma questa non è certo una critica verso Kudlacek che ha fatto il suo». Insomma questioni di responsabilità. Quelle che lo stesso prodotto del Michigan si era preso sin dal primo possesso successivo all’uscita dal campo di Andre Collins per andare negli spogliatoi e dare, dunque, un’occhiata a quella gamba sinistra che è tornata a dargli noia. Responsabilità offensive e canestri; cose che lo stesso Sacripanti si aspettava anche negli ultimi 17’’, tranne poi andare come è andata. Ed allora il coach bianconero passa all’analisi, passa ai ‘raggi X’ una sconfitta che chiude definitivamente il discorso playoff per tornare a parlare solo di salvezza sicura e senza patemi d’animo.

«Nonostante l’ultimo possesso, nonostante il risultato finale e la quinta sconfitta in fila – ha continuato lo stesso Sacripanti – ho poco da recriminare ai miei giocatori. Hanno fatto quello che potevano ed hanno dato quello che potevano. Hanno giocato con energia provando sempre ad acciuffare la partita anche se commettendo ogni tanto degli errori di grande inesperienza o di vissuto cestistico da parte di qualcuno. Vorrei, inoltre, ringraziare Collins che dopo l’uscita dal campo è voluto rientrare per giocare e dare il suo contributo alla squadra nonostante avesse un chiaro problema muscolare e non nuovo, ma che si porta da un po’ di tempo. Detto questo guardo le statistiche e vedo che abbiamo avuto una valutazione superiore a Cremona di undici punti e abbiamo perso di tre. Questo perché abbiamo sbagliato tanto da fuori ed anche con tiri aperti».



Quindi ancora una volta tutto dipende dalle percentuali dalla lunga distanza?

«In questo momento è abbastanza difficile avere tanti punti dentro l’area. Certo insieme Smith e Stipanovic hanno dato 27 punti, ma al momento il nostro roster ci porta a costruire tanto dalla lunga distanza e quindi dovremo cercare di segnarli. Ne abbiamo costruiti 28 ed alcuni anche di buona fattura, ma ancora una volta le percentuali non sono state dalla nostra parte. Abbiamo tirato 28 volte dovevamo metterne almeno tre in più a quelle messe su tiri che erano anche aperti, ma non ci siamo riusciti».

Sempre dalle statistiche, poi, si nota che non c’è stata quella sofferenza a rimbalzo…

«Siamo riusciti a lavorare bene specialmente sotto il nostro canestro. Abbiamo dato tutti una mano a rimbalzo difensivo, tagliando fuori Milic e quindi controllando i numeri dei doppi possessi. Ma questo non è bastato per vincere una partita che è andata a fasi alterne e dove il tiro da tre la fa da padrona. Purtroppo a tutto questo dobbiamo aggiungerci che è evidentissimo che non stiamo bene. Abbiamo qualche acciacco di troppo e questo unito alla panchina corta fa la sua differenza. Tutti quelli che sono entrati, però, hanno dato e fatto la loro parte anche difensivamente dove abbiamo fatto una discreta partita contro una squadra che ha del talento offensivo come la Vanoli Cremona».


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