Il ‘gladiatore’ Stipanovic mette in guardia Milano



Stipanovic

«Una sconfitta che per noi pesa abbastanza, perché dopo la vittoria in quel di Pesaro, ogni partita che avevamo davanti a noi era importante per raggiungere il nostro obiettivo e quei playoff che classifica alla mano sono ancora alla nostra portata. Non so cosa sia successo contro Cantù, abbiamo giocato sotto ritmo, non abbiamo corso come di solito facciamo in casa nostra ed abbiamo pagato anche il fatto di aver giocato una partita dietro l’altra contro una formazione che invece è abituata a scendere in campo anche in tempi stretti». Esordisce cosi Andrija Stipanovic nell’immediato dopo partita della sconfitta di mercoledì sera del Palamaggiò. Uno Stipanovic che non nasconde la voglia di questa Juve di puntare ai playoff, ma soprattutto non nasconde, continuando ad analizzare il ko interno, quelle che sono state le reali motivazioni della debacle bianconera: «Abbiamo sofferto tantissimo la loro fisicità in ogni ruolo. Erano molto più grandi di noi, sono una squadra abituata a ritmi e contatti da Eurolega e una volta che hanno preso il vantaggio di dieci punti per noi è stata molto più di una salita. Abbiamo provato a rientrare, ma non ci siamo riusciti».
Se escludiamo per un attimo la questione fisica, quali le differenze secondo te tra la partita di Pesaro e quella di Cantù?
«Siamo andati in campo aggressivi sin dalla palla a due. Abbiamo attaccato sin dalla palla a due senza sprecare un singolo momento. Forse questo ci ha penalizzato insieme ad un ritmo di gioco che non è quello nostro solito, cosi come non è nostro solito segnare cosi pochi punti in un tempo di gioco. A Pesaro abbiamo speso tanto con tanti alti e bassi da recuperare anche nel match e quindi siamo arrivati a questa partita con un po’ di energie in meno rispetto al solito».
Quindi eravate molto stanchi per provarci?
«Non è facile da definire. Per quanto mi riguarda non ero stanco, ma credo che dopo una partita come quella di Pesaro non era certo facile recuperare in fretta energie ed intensità per uno scontro cosi difficile. Senza contare che poi nella front line erano molto più grandi di noi. Noi eravamo con un lungo in meno, visto che Fletcher era infortunato e nonostante non sia un vero lungo, Aaron ci ha dato una grande mano anche da numero ‘4’, ma il dislivello dal punto di vista dei centimetri era davvero tanta».
Una delle chiavi della partita, però, è stata la difesa di Cantù su Smith. Leunen gli ha tolto spazio e contatto con la palla, togliendo alla Juve punti e presenza in area. Dopo questa partita quanto è importante per voi e cosa potete o dovete fare per evitare questa situazione?
«E’ il nostro principale terminale offensivo e quindi per noi è un giocatore molto importante, ma anche l’osservato speciale numero uno da parte degli avversari. In serate come questa dove Cantù lo ha tenuto lontano dalla palla e lo ha marcato davvero bene, dobbiamo aiutarlo nel trovare la soluzione giusto od aprire il campo per trovare più spazio. Ma credo che anche questa sconfitta e questa situazione ci serva per migliorare e per aggiungere un qualcosa di positivo al nostro bagaglio per giocare meglio in futuro come squadre e lui personalmente, anche se la stagione che sta disputando è davvero fenomenale».
E dopo la Bennet, l’Armani Milano. Partendo da quanto successo al Palamaggiò cosa ti aspetti e cosa dovrete fare per tornare a casa con la vittoria in tasca?
«La cosa più importante è che questa volta prima di giocare contro una squadra di alto livello come Milano, avremo una settimana e in più di tempo per prepararla e per recuperare anche fisicamente – conclude il gladiatore croato alla prima stagione in Italia -. Dal punto si vista del match, credo che quello che dobbiamo fare è scendere in campo e dare tutto quello che abbiamo sia in attacco che in difesa e sorprendere i nostri avversari. Lottare e difendere, questa la chiava per vincere a Milano».




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