Teniamoci stretta la Normanna



Un'immagine dell'ultima gara casalinga

E ora cosa succederà? La mia impressione è che questo episodio possa essere stato veramente l’inizio della fine. Ovviamente sto parlando della dura polemica dei tifosi sia durante il match con il Melfi che successivamente nello spazio antistante il Bisceglia. Lo sport ad Aversa potrebbe veramente scomparire. Certo è facile dire che gli ultras si ‘accontenterebbero’ anche della Promozione, ma cancellare in un istante una Coppa Italia e un Campionato di Serie D sarebbe veramente un peccato enorme per una realtà come Aversa. In Terra di Lavoro oltre al calcio c’è ben poco in ambito sportivo. Ad Aversa si è parlato per anni della pallavolo al alti livelli, con anche uno Scudetto Italiano, ma oggi c’è una squadra che naviga in ultima posizione in Serie B2. Il calcio a 5 è veramente poca cosa, e quindi resta solamente il pallone ‘bianco e nero’ come era una volta. Resta la delusione per dei risultati sicuramente al di sotto delle aspettative nelle ultime tre gare, che hanno fruttato solamente un punto, ma bisogna anche guardare ai risultati positivi che nessuno si aspettava. Onestamente credo che le vittorie con il Perugia, il Catanzaro e l’ultima rimonta interna possano già valere il prezzo dell’abbonamento, per quei 15/20 che lo hanno sottoscritto. Stare dalla parte della società o dei tifosi è abbastanza semplice, restare nel mezzo, così come un cronista deve fare, è molto più difficile. I fatti dicono che la squadra è in calo, ma nella realtà si vede che mister Romaniello ha portato la propria squadra a 8 punti dalla zona play-out. Un risultato inimmaginabile. Gli errori della società nell’ultimo episodio sono stati quelli di non aver provato a parlare con gli ultras, così come invece fatto dall’aversano Romaniello. Alzare un muro contro i tifosi, o i tifosi alzare un muro contro la società e i calciatori, non serve a nessuno. Vorrei solamente ricordare che così come anche i tifosi dicono, i veri ultrà, quelli che amano l’Aversa Normanna, seguono la propria squadra del cuore a prescindere dai risultati, che possono anche venire meno, ma l’incitamento non dovrebbe mai mancare. Troppo facile sentirsi ‘aversano’ quando l’Aversa ritornava dal Curi con un pareggio eroico e storico, e troppo facile oggi criticare. Una mano sulla coscienza dovrebbero passarsela tutti, dal presidente all’ultimo tifoso aversano nato proprio ieri.




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