L’appello di Oscar: “Bisogna salvare la Juve”



Oscar in videoconferenza

Ci si aspettava una risposta e passo dopo passo, acquisto dopo acquisto la risposta sta arrivando. La risposta da parte di tutti coloro che amano questi colori, la risposta da parte di tutti i tifosi, ma soprattutto chi in un modo o nell’altro ha avuto un passato o trascorso a Pezza delle Noci. La risposta è ovviamente quella dell’acquisto dei vari, e già tanti, mattoncini del muro targato ‘JC’ che della società bianconero è l’ultima iniziativa per provare a far fronte ai problemi economici che attanagliano il club all’ombra della Reggia da qualche tempo a questa parte. Ma tifosi o ‘ex’ del passato (spicca tra i tanti il nome anche del capitano storico della Juve, Nando Gentile ndr), il muro è stato presentato come una possibile risposta a tutti quei commercianti, attività commerciali o eventuali partner che in misura minore rispetto a quelle che sono le quote pubblicitarie ufficiali e legate a qualsiasi tipo di cartellonistica da piazzare all’interno del Palamaggiò, volevano essere al fianco della Juve. E di marchi ce ne sono già tanti. Non importa il come e la grandezza, l’importante che qualcuno abbia iniziato una sorta di effetto domino la cui speranza è ovviamente quello di arrivare a riempire il muro e provare a fare l’en plein riuscito allo studente inglese che di questa iniziativa ne è l’inventore. Ormai non si fa che parlare d’altro. Tutti hanno trovato o stanno trovando il modo di associarsi, di mettersi assieme e tentando di racimolare la somma più alta possibile per essere parte del muro. Tutti provano a diffondere la notizia attraverso i social network che di questo tipo di iniziativa è il motore di propulsione principale. Diffusione e promozione del muro, poi, che è giunta fino in Brasile. Fino all’altro capo del mondo arrivando all’orecchio di chi questa città e questi colori non li ha mai dimenticati: Oscar ‘Mao Santa’ Schimdt. Nel giorno del suo compleanno – ieri – l’indimenticato cecchino carioca ha voluto dire la sua. Ha voluto fare un ulteriore invito ed una ulteriore esortazione nei confronti di chi, come lui,la Juvela porta nel cuore.

«Sono venuto a Caserta che ero ancora un ragazzo ed una famiglia appena formata, visto che m’ero sposato da poco più di un anno – ha esordito lo stesso Oscar davanti una webcam dalla quale ha lanciato il messaggio nei confronti di tutta la popolazione casertana -. Abbiamo preso la squadra dalla A2 e l’abbiamo portata ai vertici non solo del campionato italiano, ma anche di quelli europei. Tante le finali giocate sia in Italia che in Europa con quella contro il Real Madrid che ancora oggi ricordo come se fossi ieri e che rappresenta un momento indimenticabile della mia carriera. Caserta, poi, ha vinto uno scudetto, anche se non c’ero, ma è stato un momento di gioia anche per me, ed ora? Ora ho saputo che ci sono problemi societari e quindi dal punto di vista economico. Non posso assolutamente immaginare – continua il campione carioca – che la stessa Juve che io mi porto nel cuore e dove ho trascorso otto anni della mia vita, possa scomparire. Un pensiero che sarebbe tragico ed orribile allo stesso tempo. Non riesco nemmeno ad immaginarlo. A Caserta ho la maglia ritirata all’interno di quel Palamaggiò che ho visto nascere grazie a Maggiò che lo ha costruito nei famosi cento giorni. A Caserta ho avuto modo di conoscere uno dei migliori allenatori della mia carriera, Tanjevic, con il quale sono migliorato e ho avuto modo di giocare anche meglio, ed ora ho saputo che tutto questo potrebbe scomparire. Ma so anche che c’è una soluzione. So che c’è un modo per provare ad evitare tutto questo. E’ stato costruito un muro a favore della Juve, un muro che potrebbe essere la soluzione se tutti i tifosi, quelli veri, quelli che sono sempre stati al fianco della Juve, dessero il proprio aiuto. E parlo di migliaia di tifosi, quelli che cantavano a squarcia gola ad ogni partita (ed a questo punto del video parte anche la parte canora ovvero quella della canzone ‘O surdat nammurat’ ndr), quelli che solo a ricordarli mi fanno venire ancora la pelle d’oca ed i brividi. Ed è proprio a loro che rivolgo questo mio invito, questo mio messaggio, per provare a dare una mano alla squadra. Caserta non può non avere una squadra di basket. Le uniche cose buone della Campania sono la mozzarella e la squadra di basket di Caserta, quindi andiamo ragazzi e spero che tutti i veri tifosi possano dare una mano per evitare chela Juve scompaia dal radar del basket italiano». E poi giusto per dimostrare che gli anni trascorsi all’ombra della Reggia non l’hanno certo abbandonato nel ricordo, arriva anche il saluto in dialetto ed il classico: «ciao wagliò».




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