Il Banco Sardegna in casa mostra il meglio di sè



Romeo Sacchetti, coach del Banco Sardegna Sassari

Il guerriero ed il condottiero. Uno in campo, Giacomo Devecchi, e l’altro in panchina, Meo Sacchetti. Questi io protagonisti del preview della sfida di questo pomeriggio al PalaSerradimigni di Sassari, dovela Juveproverà a bissare il dolce gusto del successo.

«Abbiamo dimostrato che qui a Sassari – esordisce il cugino di Danilo Gallinari – non è certo facile vincere per i nostri avversari e fino a questo momento sono riusciti a passare solo due corazzate come Siena e Milano. Abbiamo un grande pubblico, ci sentiamo più fiducioso nei nostri mezzi e questo ci da la possibilità, oltre a qualche energia in più, di esprimere il nostro basket migliore».



In trasferta, invece, quale è il problema?

«Non riusciamo a partire con il piede giusto. Non riusciamo ad incanalare il match nei binari giusti sin dal primo periodo andando sotto nel punteggio. Poi effettivamente non riusciamo più a riprendere in mano il bandolo della matassa».

Ci sono stati un bel po’ di cambi di giocatori. Questo quanto ha inciso?

«Abbastanza. Abbiamo cambiato tanto nel ruolo di centro passando attraverso diversi giocatori specialmente dal punto di vista tecnico. Ora, però, tutto sembra andare come deve con Easley e speriamo che si possa continuare senza intoppi ed allenarci bene in settimana».

Quindi complessivamente il bilancio lo ritieni positivo?

«Assolutamente si e lo dimostra il fatto che con quaranta minuti ancora da giocare siamo ancora in corsa per la conquista di un posto per le Final Eight».

Che partita ti aspetti questo pomeriggio?

«Una partita difficile contro una squadra che ha ritrovato il successo e sorriso e quindi un avversario da non sottovalutare. La chiave? Non prendere parziali nel primo quarto».

Energia, sentimento e voglia di vincere, invece, le parole d’ordine di coach Meo Sacchetti che così esordisce: «Caserta ha avuto qualche problema ma è team molto valido. Dovremo trovare la rabbia dentro di noi e tirare fuori tutto. Per giocare il nostro basket servono energia e sentimento, senza siamo un altro team. Ci serve avere al massimo queste componenti. Cerchiamo di raschiare il fondo e andiamo avanti. Caserta adotta un gioco interno più forte del nostro, noi sfruttiamo tagli, pick ‘n roll e rimbalzi»

 

 


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