La maledizione della Pepsi al ‘Pala Del Mauro’



Collins-Green, che duello martedì sera

Un vero e proprio tabù. Resterà, dunque, fino al fischio di inizio della prossima sfida, una terra senza conquista, quella biancoverde di irpinia casa della storica Air di Avellino che attualmente porta, invece, il marchio di Sidigas sulle spalle e sulle canotte. Una terra, ma soprattutto un campo ostile per i bianconeri, che quest’anno puntano effettivamente a sfatare un tabù che ormai pesa come un macigno. Quella che andrà in scena il prossimo 27 di dicembre, dunque, sarà la quarta edizione di un ‘face to face’ tra le due compagini campane, che dopo la dipartita del Napoli Basket, quello della semifinale scudetto con la Fortitudo e diretto in cima da Maione, rappresenta l’unico derby regionale all’interno delle mura del Gotha del Basket tricolore. Quarta edizione che come ormai avviene di consuetudine trova la sua prima tappa, quella poi maledetta e cerchiata con un bel rosso fuoco, proprio ad Avellino e ancora una volta nel mese di dicembre. L’unico cambio di programma in termini di mensilità pronta a fare da palcoscenico ad entrambe le tifoserie, è stato al primo derby dopo anni di distanza, in termini di Leghe, tra le due squadre che venne giocato nel gennaio del 2009. Il 19 di dicembre il secondo atto della sfida nel campionato successivo ed il 28 di dicembre lo scorso anno). Tre date, tre appuntamenti e come anticipato ben tre sconfitte. A dire il vero la ‘maledizione’ del Pala Del Mauro ha colpito i colori della compagine di Pezza delle Noci anche al di fuori del campionato, ma soprattutto anche quando di fronte non c’erano i ‘cugini’ irpini, ma gli acerrimi nemici di tante battaglie del passato quale la Virtus Bologna. Detta in questo modo l’unico rimedio sembrerebbe essere quello di immergersi nella vasca da bagno e cantare il classico ritornello ‘Occhio malocchio, prezzemolo e finocchio…” che tanto ha reso celebre Lino Banfi in uno dei suo film. Ma la realtà dei fatti e scaramanzia a parte, dice che quella giocata dalla Juve ad Avellino è sempre stata una partita non consona a quelle che erano le proprie potenzialità. Persino quella al ritorno ufficiale dopo 14 anni di lunga sofferenza. Persino quella che puntava alla salvezza spicciola e senza mezza termini con un roster ridotto e giocatori che sono andati e venuti. Ad essere sinceri quella del primo anno di Lega A resta la sconfitta più avvilente e pesante in quel di Avellino, con i padroni di casa che si imposero addirittura con il punteggio finale di 85-58 con 27 punti di Warrick e 18 di Eric Williams che poi sarebbe diventato una conoscenza molto più vicina dei fans di Terra di Lavoro. Una sconfitta pesante anche se in campo c’erano l’’Air versione Eurolega e la Juve matricola al ritorno in auge nel basket che conta. Meno pesante nel punteggio, ma sicuramente molto più pesante nel valore simbolico della debacle, dal momento che quella che si è ripresentata con un anno di distanza al Pala Del Mauro era la Juve di Bowers, quella di Jumaine Jones, di Fabio Di Bella e di coach Pino Sacripanti, insomma la stessa, tanto per intenderci, che qualche mese più avanti avrebbe conteso l’accesso in Finale all’Armani Jeans Milano. In quell’occasione il tabellone disse 73:66 con 17 punti di Troutman e 18 di Dee Brown, mentre furono 19 i punti di Bowers, 15 quelli di Michelori e solo 8 di un anonimo Jumaine Jones. Altro giro altra corsa, altro campionato ed altra sfida in clima natalizio in quel di Avellino e per la Juve arriva il terzo, o meglio il quarto Ko dal momento che in mezzo c’era stata la partecipazione della truppa di Sacripanti alle Final Eight del 2010 che si tennero proprio ad Avellino e dove Caserta dovette cedere il passo alla Virtus Bologna ai quarti di finale (12 di Bowers, 16 di Hite che sostituiva Bowers per infortunio e 13 di Jones e finale di 78:88 pro ‘Vu Nere’). Fu ancora Troutman, nella sfida della passata stagione, a condannare Caserta, anche se il lungo a stelle e strisce fu aiutato da un Omar Thomas versione Mvp della stagione con 39 punti in due, mentre Fabio Di Bella fu l’unico a lottare fino alla fine chiudendo con 25 punti. Morale della favola? Un 4-0 tra campionato e Coppa Italia che ormai pesa. Una tappa che nonostante lo spettacolo che offre per il calore delle due tifoserie, ormai è un peso per la Juve che si presenterà con la vittoria a Siena e quella a Roma come vittorie scaramantiche per espugnare il Pala del Mauro.




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