La giornata bianconera diventa ‘la giornata di Mimmo’



Mimmo Mingione durante una delle sue telecronache

Non credo alla scaramanzia, ma questa è una coincidenza tremenda. La tappa numero 17 del viaggio di Colore e Calore è quella che non avrei mai voluto scrivere. E’ venuto meno l’uomo più importante della mia vita da cronista. Da bimbo ero sempre attaccato alla tv il lunedì sera per vedere la replica della partita della Juve. Ero lì, con la mia famiglia, a rivivere le emozioni della gara ed a sentire Mimmo. Sì perchè Mimmo era lo spettacolo nello spettacolo. Ho capito da subito che volevo fare il giornalista, e per questo devo ringraziare Mimmo. E’ tutta colpa sua. Volevo essere come lui, volevo provare a diventare bravo quanto lui, non ci riuscirò mai. Non ci riuscirà nessuno di noi della nouvelle vague del giornalismo casertano. Nessuno di noi riuscirà mai ad essere grande quanto lui, a lasciare un segno della sua presenza come ha fatto questo piccolo, di statura, uomo. Piccolino, ma con un sorriso che ti scaldava il cuore. Sapete, il nostro è un mestiere, troppo spesso, ‘cattivo’. C’è una competizione spietata e, troppo spesso, l’arroganza e la presunzione la fanno da padrone. Mimmo era l’esatto opposto: sempre disponibile, sempre pronto a dare un consiglio, sempre aperto al dialogo e, poi, il primo a dire: “Largo ai giovani, tocca a loro narrare la storia della Juve”. Si è fatto da parte, televisivamente parlando, per dare la possibilità a noi ragazzi di avere una chance e, per questo, dobbiamo essere tutti grati. Ma non si è mai fatto da parte veramente. Sarebbero mille e passa gli aneddoti, le storie, i ricordi che mi legano a lui. Mi ha quasi ‘investito’ di essere il suo successore, ma io preferisco scrivere. Quell’investitura è stato un attestato di stima immenso che conservo nel cuore. Così come il nostro ultimo incontro nel suo bar a Parco Cerasole. Uno scappellotto quando stavo per pagare il caffè. La promessa di ritornare da lui a scambiare quattro chiacchiere. Non ho fatto in tempo a prendermi un altro caffè con lui, ma farò in tempo a portarlo nel cuore. Ieri ho scritto che siamo tutti più soli e tristi: il day after è anche peggio, vi assicuro che è un colpo tremendo per la nostra categoria. Abbiamo perso il numero 1. Nessuno sarà mai come lui. Mai. In queste ore si sono sprecati gli articoli, le parole, i ricordi. Io stesso sono stato scelto dal mio giornale per scrivere il commiato. Sinceramente non volevo farlo, perchè descrivere con fredde parole quello che Mimmo mi ha dato, ci ha dato, è superfluo. Per molti sarebbe stato un onore essere il prescelto dalla propria redazione per scrivere di una persona così bella, che tanto ha dato. L’ho fatto con la morte nel cuore, probabilmente ho scritto anche un articolo banale e me ne scuso. Me ne scuso con Mimmo che meriterebbe non 10 righe, non un’apertura di pagina, non un servizio in un tg o alla radio. Mimmo meriterebbe un libro per tutto quello che ha insegnato e regalato.
Parlare di quel che è successo al Palamaggiò risulta inutile, privo di senso, neanche ne ho tanta voglia detto sinceramente. Mi limito ai vari flash, fotografie, di una serata incredibile che, però, ricorderò solo per essere stata l’ultima di Mimmo (voglio pensare che mi abbia ascoltato in radiocronaca ed abbiamo gioito davanti alla clamorosa vittoria della sua Juvecaserta).
I presenti erano 2275, ma il dato da seguire è quello dell’incasso. Nelle casse di Gervasio, dunque, sono entrati 31.946 euro, si poteva fare decisamente meglio.
Da ricordare che moltissimi hanno, comunque, acquisto il biglietto in prevendita pur non essendo, fisicamente, al palazzetto. Tra costoro, una nota di particolare merito va al gruppo degli Emigranti bianconeri che hanno raccolto 200 e passa euro poi tramutati in biglietti regalati ad amici e parenti. Un contributo l’ha dato anche la stampa casertana che ha sposato questa giornata di ‘autotassazione’ come tutti coloro che erano a Pezza delle Noci (quasi mille euro raccolti tra i colleghi). Non è mancata neanche la risposta politica col presidente Zinzi presente insieme al sindaco Del Gaudio e diversi esponenti della Giunta comunale.
Nel parterre presidenziale c’era anche Rosario Caputo, l’uomo del destino presente bianconero. E, contrariamente alle incontrollate voci settimanali, c’era anche l’Inferno Bianconero: il muro compatto e forte. Avevamo detto che, prima o poi, si sarebbero dovuti schierare, l’hanno fatto con questo striscione: “Se non la ami piu’ come prima, dicci addio quato prima, la nostra fede merita rispetto”. Da rimarcare anche la presenza di un gruppetto di temerari giunti direttamente da Teramo. Una decina scarsa hanno sfidato le avverse condizioni atmosferiche pur di essere al fianco della Tercas. Quattro, addirittura, a torso nudo. Complimenti per il coraggio. Ultima nota:  assente Gennaro Mercogliano, al suo posto c’era il noto speaker di Rpr Paolo Carli.




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